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Psicologia Clinica e Forense – Psicoterapia – Logopedia

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L’ESPERTO RISPONDE: Terapia di coppia o individuale?

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Anselmo, 35 anni

Buongiorno,

vi scrivo perché ho un dubbio sulla decisione del percorso da intraprendere, mi spiego: ho da diverso tempo alcuni conflitti con la mia compagna con la quale sto da due anni circa. Sento che il nostro rapporto non si regge più su delle basi solide, abbiamo sicuramente un conflitto che “imbriglia” la realizzazione di alcuni progetti, litighiamo spesso anche per cose banali lei si arrabbia molto e non possiamo dire di essere davvero sereni. terapia coppiaLei mi esprime spesso il desiderio di volere una famiglia e un figlio, ma io non mi sento sicuro credo che la nostra storia, almeno da parte mia, non sia iniziata con i presupposti migliori, io infatti ho sempre visto in lei delle cose che non mi convincevano ad esempio la tendenza ad essere un po’ aggressiva e perdere il controllo e questo non mi ha mai permesso di dire la parola “ti amo” mentre lei la utilizza spesso anzi per me ne abusa. Io sono una persona molto calma, forse anche troppo, e devo dire che sono stato attratto da lei perché vedevo una parte amorevole e bisognosa di amore oltre ad esserci una forte attrazione fisica che non avevo in precedenti rapporti. Lei non crede molto nella psicologia e le ho già proposto un percorso di coppia ma ha rifiutato almeno inizialmente ora mi sembra più disposta. Ma a questo punto non sono più sicuro io di voler fare un percorso di coppia, riflettendo su alcune cose di noi mi rendo conto che c’è una parte di me che non comprendo e forse è necessario prima provare a “risolvere” questa? Il fatto che non le ho mai detto ti amo, non è solo con lei, non l’ho mai fatto con nessuna ma perché non credo di aver provato mai un sentimento del genere ma non ne sono certo, forse lo provo ma semplicemente non lo so. Insomma sono un po’ confuso non so cosa è meglio fare per noi e per me. So che forse quel che ho scritto non è sufficiente ma la domanda è se può aver senso una terapia per la coppia, se lei in effetti accetterà la mia proposta come ora sembra, o è meglio un percorso individuale? Sento entrambe le necessità ora e non saprei cosa è meglio e cosa si può fare.

Grazie

Buongiorno Anselmo e grazie per averci contattato.

Mi sembra di capire da quel che ha scritto che ragionando sulla situazione della coppia abbia preso consapevolezza di alcuni aspetti personali che vorrebbe approfondire o comprendere meglio e che si rende conto che gli stessi, proprio per le loro caratteristiche, hanno una influenza nella sua relazione attuale, ma forse per lei, nelle relazioni in generale. E’ arrivato in un momento in cui si trova in una importante tappa di vita che consiste nella formazione di una propria famiglia e nel passaggio delicato tra l’essere figlio a diventare eventualmente padre e questo le ha fatto suonare un campanello d’allarme.

Ha dimostrato sicuramente di dare la giusta importanza a questo momento proponendo la terapia alla sua compagna per capire, insieme ad un esperto, i vostri conflitti. Nello stesso tempo esprime degli aspetti personali, come la difficoltà nel comprendere alcune emozioni e a gestire l’aggressività della sua compagna, su cui vorrebbe far luce per poter stare meglio.

emozioniSpesso, una volta iniziata una terapia di coppia, uno dei partner, o anche entrambi, iniziano a sentire il bisogno di uno spazio individuale proprio perché emergono temi o fattori personali che prescindono dalla relazione della coppia e che risultano essere altrettanto importanti. Lei ha già svolto da solo questa riflessione ed ora potrebbe decidere seguendo la direzione che preferisce: ad esempio potrebbe iniziare un percorso individuale e, successivamente, affiancarlo ad un percorso di coppia o viceversa.

Inoltre, potrebbe essere importante comprendere se entrambi avete la stessa percezione del conflitto e della difficoltà presente: ha scritto, infatti, che lei ha sentito sin dall’inizio che qualcosa non ha funzionato, al contrario della sua compagna la quale è sufficientemente sicura da chiederle di avere un figlio insieme e un terapeuta potrebbe aiutarvi in questo processo. Infine le anticipo che è sicuramente buona prassi e largamente condivisa tra i colleghi seppur di differenti approcci psicoterapeutici, tenere separati i due percorsi, che saranno quindi svolti da due terapeuti differenti, in modo tale da mantenere l’obiettività e l’imparzialità indispensabili per il lavoro di coppia. Spero di esserle stata di aiuto, in bocca al lupo!

 

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esperto

silvia

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