Gianluca, 45 anni
Buongiorno, vi scrivo perché non capisco cosa mi stia succedendo. Due mesi fa, mentre ero in auto, mi sono venuti addosso e la mia auto è finita fuoristrada, contro la vetrina di un negozio.
Niente di grave, ci siamo presi tutti un bello spavento, ma per fortuna nessuno si è ferito, nemmeno i passanti. Non capisco però perché da allora mi succede di non riuscire a prendere sonno, di fare incubi. Durante il giorno mi sono accorto di spaventarmi per niente: basta un rumore improvviso o qualcuno che entra nel mio studio a farmi sobbalzare! La difficoltà più grossa però è guidare: mi sto sforzando, le prime settimane credevo fosse normale… però appena accendo l’auto sento di non riuscire più a respirare, credo sia ansia. Non vorrei dover rinunciare a salire in auto, ma in questo periodo proprio non ci posso stare, ricorro alla bicicletta o ai mezzi pubblici. Cosa posso fare?
Salve Gianluca, ciò che ti sta succedendo ha un nome: è possibile che tu abbia sviluppato un Disturbo Post Traumatico da Stress. Alcuni eventi improvvisi possono colpirci profondamente: ciò che conta non è solo la portata dell’evento (grave o meno grave), ma come lo abbiamo vissuto. Infatti è possibile che, nonostante nessuno si sia fatto male nel tuo incidente, tu l’abbia vissuto come una situazione di grave pericolo per te. È in questi casi che è possibile che si sviluppi questo disturbo, che può essere caratterizzato da sintomi riguardanti quattro aree principali:
- Sintomi intrusivi (flashback, incubi, ricordi… )
- Evitamento persistente di ricordi, pensieri o sentimenti che ricordano l’evento traumatico (persone, luoghi…)
- Modificazioni negative persistenti nei pensieri e nell’umore (distacco, senso di colpa…)
- Ipervigilanza o aumento dell’attivazione (aggressività, disturbi del sonno, difficoltà nella concentrazione, comportamento spericolato o autodistruttivo..).
Come hai descritto tu, questi sintomi rischiano di compromettere seriamente la nostra quotidianità: essi costituiscono il modo che la nostra mente ha trovato per elaborare e organizzare gli stimoli eccessivamente opprimenti che abbiamo vissuto, oscillando tra la negazione dell’evento e la sua ripetizione compulsiva (attraverso i flashback o i sogni).
È possibile intervenire, con l’obiettivo di aiutare la nostra mente a elaborare correttamente il ricordo dell’evento, in modo tale da renderlo “inoffensivo”. E’ proprio il ricordo non elaborato, infatti, a generare sentimenti e pensieri indesiderati ogni volta che incontriamo un “trigger“, cioè un elemento della realtà presente che riattiva il “canale” legato all’evento traumatico.
In alcuni casi è necessario un primo trattamento farmacologico, in altri può essere sufficiente un buon trattamento psicoterapeutico. Oggi esiste una tecnica psicoterapeutica molto efficace per i disturbi legati ai traumi, si chiama EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) e, grazie alla stimolazione alternata dei due emisferi cerebrali, permette di sbloccare e riattivare i naturali processi di elaborazione degli eventi.
Qui potrai trovare una spiegazione della tecnica e della teoria che ne è alla base. Potrai scoprire come L’EMDR sia efficace anche in caso di altri tipi di traumi, meno improvvisi e violenti, i cosiddetti “traumi relazionali”.
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