Si è sempre ipotizzato che uno dei contributi all’instabilità emotiva e relazionale dei soggetti affetti da BPD fosse legato alle modalità con cui queste persone tendono a interpretare la mente dell’altro (“Mindreading”).
E se i risultati di una ricerca ci dimostrassero invece che i soggetti affetti da BPD sono in grado di discriminare meglio e più velocemente gli affetti alla base degli sguardi presentati durante la prova? (Frick C et al., 2012, articolo pubblicato sulla rivista PLOSone)
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