Si è sempre ipotizzato che uno dei contributi all’instabilità emotiva e relazionale dei soggetti affetti da BPD fosse legato alle modalità con cui queste persone tendono a interpretare la mente dell’altro (“Mindreading”).
E se i risultati di una ricerca ci dimostrassero invece che i soggetti affetti da BPD sono in grado di discriminare meglio e più velocemente gli affetti alla base degli sguardi presentati durante la prova? (Frick C et al., 2012, articolo pubblicato sulla rivista PLOSone)
Il dr. Martellotti specifica allora che “tale ipersensibilità può indicare una maggiore tendenza a empatizzare con gli stati affettivi degli altri, ma potrebbe anche essere motivata dalla cronica aspettativa, radicata nel cervello sociale di questi soggetti, di un comportamento incoerente, minaccioso o nocivo dell’altro nei loro confronti (…)
Si potrebbe anche ipotizzare che la prima fase del processo mentale di attribuzione funzioni piuttosto bene in questi soggetti, ma che la successiva fase “deduttiva” (quella più cognitiva, ossia riflessiva) dei contenuti mentali dell’altro sia alterata a causa dell’instabilità affettiva e della natura delle aspettative sociali di cui si è detto (…)
L’ipervigilanza nei riguardi degli stimoli sociali e la capacità di discriminare lo stato affettivo dell’altro potrebbero svilupparsi gradualmente come un tentativo di adattarsi al cronico senso di vulnerabilità e di minaccia vissuto nelle relazioni interpersonali”.
L’articolo riporta anche la descrizione delle caratteristiche del Disturbo Borderline di Personalità ed i criteri utilizzati per la diagnosi ma…
…prima di leggerlo qualcuno di voi ha voglia di dirci cos’è secondo voi il Disturbo Borderline di Personalità? Quali sono le prime caratteristiche che vi vengono in mente?