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Psicologia Clinica e Forense – Psicoterapia – Logopedia


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ESSERE PRESENTI: che cos’è la Mindfulness?

Certi automatismi della vita e alcuni condizionamenti ci portano ad angosciarci quando la vita è difficile, e a non assaporarla completamente quando è piacevole. Quante volte ci è capitato di accorgerci di “essere da un’altra parte” durante un discorso, leggendo, guidando, facendo la doccia?  La nostra mente tende sempre a portarci nel passato o proiettarci nel futuro, invece di rimanere nel momento presente. Questo spesso ci porta ad essere estranei rispetto alla nostra vita. Grazie alla mindfulness è possibile imparare a governare l’attenzione e a ricollegarsi ai propri sensi: essa è caratterizzata dall’abilità di dirigere l’attenzione al momento presente e dall’attitudine con cui lo si fa, fatta di curiosità, apertura e accettazione (Bishop et al. 2004).
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La mindfulness ha una storia lunga 2500 anni, ha le sue origini nelle tradizioni buddiste, in particolare dalla meditazione Vipassana, facente parte della tradizione Theravada. Il termine deriva dalla parola “sati” in lingua Pali; la parola fa riferimento a uno stato caratterizzato da presenza mentale in cui i fenomeni interni ed esterni da un lato vengono visti come realmente sono, e dall’altro questi fenomeni vengono distinti dalle proprie proiezioni e distorsioni mentali.
Questo termine vuol dire anche ricordare, ovvero la capacità di ricordarsi dei propri pensieri e comportamenti e delle conseguenze che possono avere su di sé e sugli altri (Analayo 2006, Buddhaghosa 1976).
Quindi questa pratica porta all’aumento della consapevolezza delle proprie intenzioni, emozioni, parole, pensieri e delle conseguenze che queste hanno su di noi e sugli altri.
Più recentemente Jon Kabat-Zinn (1999) definisce la mindfulness come “la consapevolezza che emerge prestando attenzione in una maniera particolare: intenzionalmente, al momento presente e in modo non giudicante”; questo richiede costanza nella pratica per arrivare a impadronirsi di ogni istante della nostra esperienza, bello o brutto che sia.  Attraverso la pratica della consapevolezza, che ognuno di noi può sperimentare, si può sviluppare la massima consapevolezza di tutti gli eventi sensoriali e mentali al fine di coglierne la reale natura.

Nei testi buddisti la cessazione del turbinio dei pensieri viene illustrata con la metafora di una cascata le cui acque si calmano gradualmente a valle, per poi unirsi alla vastità dell’oceano. Il progresso della meditazione, secondo questa visione, comporta cinque tappe, a cui corrispondono le seguenti cinque analogie:

  1. La cascata che scende da un dirupo sono i pensieri che si susseguono incessantemente; sembrano ancora più numerosi per il semplice fatto che si comincia a rendersi conto dell’agitazione interiore.
  2. Il torrente che scende precipitosamente a valle rispecchia il momento in cui dentro ciascuno si alternano periodi di quiete e di attività.
  3. L’ampio fiume che scorre senza ostacoli è la mente che si agita soltanto quando viene perturbata dagli avvenimenti, altrimenti dimora nella calma.
  4. Il lago increspato da qualche onda rappresenta l’animo leggermente agitato in superficie, ma che nel profondo si mantiene calmo e presente.
  5. La tranquillità dell’oceano è la concentrazione imperturbabile e senza sforzo che non ha più bisogno di antidoti contro il vagare dei pensieri.

Questo cambiamento sicuramente non avviene in tempi brevi, ma occorrono costanza e impegno per raggiungere la piena consapevolezza, così come è necessaria molta fatica per imparare uno sport, una lingua o un’altra disciplina.

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Recentemente l’arte della meditazione si è diffusa in tutto il mondo per via di diversi fattori: l’invasione cinese del Tibet, le guerre del sudest asiatico, che hanno portato all’esilio molti monaci e maestri buddisti, la presenza di maestri Zen in Occidente e il fatto che giovani occidentali siano andati in Oriente a imparare la meditazione.
Negli ultimi decenni la sua pratica si è diffusa in diversi ambiti della psicologia occidentale. I principali  riguardano:
– la riduzione dello stress, attraverso il protocollo Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR) realizzato in ambito medico da Jon Kabat-Zinn;
– il trattamento dei disturbi dell’alimentazione, attraverso il protocollo Mindfulness-Based Eating Awareness (MB- EAT );
– l’empowerment aziendale, utilizzando la mindfulness come strumento di promozione del benessere psico-fisico e come fattore essenziale della cultura organizzativa;
– la psicologia dello sport, poiché la mindfulness permette all’atleta di sperimentare tutta la gamma di esperienze cognitive, emotive e corporee senza che vi sia la necessità di controllarle.

Dr.ssa Mara Mettola

 

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