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Psicologia Clinica e Forense – Psicoterapia – Logopedia


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Il contatto e le cure materne: ci conosciamo attraverso la pelle.

Nel corso della storia, è stata spesso presa in esame la relazione tra la pelle e lo sviluppo comportamentale, ma prevalentemente andando ad osservare la relazione interno-esterno ovvero cercando, per esempio, un collegamento tra malessere e conseguente eruzione cutanea (brufoli o psoriasi). 

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E’ invece importante osservare inoltre, in che modo l’esperienza tattile può influenzare la condotta personale. Ad esempio, è assente un’approfondimento che vada a rispondere alla domanda “ci sono determinate esperienze tattili a cui l’essere umano dev’essere sottoposto per svilupparsi in quanto organismo?”

Infatti, una particolare forma di stimolazione cutanea avviene sin dall’inizio, a opera delle contrazioni pre parto e durante tutto il travaglio, quando le pareti uterine premono contro il feto. Queste non hanno solo la funzione di spingere il neonato verso l’uscita dal corpo della madre o di compattare tra loro le ossa craniche, ma si tratta di una stimolazione che viene fatta sulla pelle del feto per preparare i suoi apparati ad affrontare un ambiente diverso rispetto a quello uterino, ovattato dal liquido amniotico. Come dice Montagu (1971): “È la stimolazione cutanea ad attivare il sistema nervoso vegetativo, il quale a sua volta agisce sui centri respiratori e sui visceri”, e ancora, “il primo sviluppo del sistema nervoso del bambino dipende al massimo grado dal tipo di stimolazione cutanea che riceve”. Nel mondo animale, una funzione simile è da attribuirsi alle prime leccate che la madre direziona al piccolo.

skin2La stimolazione cutanea nelle prime fasi dello sviluppo, come le carezze, comporta una lunga serie di vantaggi al piccolo, tanto da determinarne la stessa sopravvivenza: il sistema immunitario viene rinforzato, aumentando il numero di anticorpi presenti nell’organismo neonato, il sangue è maggiormente ossigenato, avviene uno sviluppo cardiorespiratorio e una maggior mielinizzazione delle fibre nervose e neuronali, si verifica anche un aumento fisiologico del peso del corpo e del cervello, uno sviluppo avanzato dell’apparato scheletrico, un utilizzo più efficiente delle risorse alimentari e un’efficace regolazione termica; aumenta la resistenza allo stress e diminuisce, a livello generale, la paura o comunque l’emotività in situazioni di disagio.

Attualmente, nei reparti di ostetricia, in linea con queste teorie si attua la pratica denominata “skin to skin” (o, in modo altrettanto eloquente, “Kangaroo Therapy”, Goldstein Ferber e Makhoul, 2004), la quale prevede di appoggiare il bambino, ancora prima che venga lavato, sulla madre (generalmente sul torace o sulla pancia, purché non coperti da indumenti) favorendo un contatto, come dice il nome stesso, “pelle contro pelle”. Quesskinto gesto implica una serie di fenomeni, come il riconoscimento reciproco, lo sviluppo di un nuovo legame tramite forme di comunicazione profonde e non verbali, è inoltre il modo più naturale per dare una continuità alle sensazioni che il bambino percepiva all’interno dell’utero, in quanto luogo caldo, avvolgente e con un determinato gusto e odore. Per lo stesso principio, i neonati non dovrebbero essere tenuti in culle larghe, in quanto per loro, abituati al contenimento uterino, non avvertire un contatto in qualche modo limitante può provocare apprensione.

Diversi studi hanno provato come anche le differenze culturali sono pertinenti al tipo di rapporto che si instaura nella diade materna: messi a confronto popoli giapponese e americano, è stato riscontrato che già nei primi mesi i bambini, in base al rapporto con le madri, si integrano a livello comportamentale in ciò che viene richiesto dalle rispettive culture: le madri americane tendono a usare più verbalizzazione e minor contatto fisico (ad esempio, i bimbi dormono lontano dai genitori e viene loro fatto il bagno in una vaschetta), ottenendo bambini più attivi (stimolati cognitivamente) e autoritari, mentre i bambini giapponesi, con madri che hanno usanze opposte rispetto alle americane (dormono per gran parte della vita insieme a qualcuno e la cura della loro igiene è contemporanea a quella dei caregivers), sono più appagati e passivi (Studio di William Caudill e Lois Frost, 1971).

“E’ attraverso la pelle che diventiamo degli esseri in grado di amare, non si impara ad amare sui libri, ma essendo amati”,  Montagu A.

 

Dr.ssa Mara Mettola
Psicologa clinica, psicoterapeuta e Sessuologa Cinica