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Psicologia Clinica e Forense – Psicoterapia – Logopedia


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L’ESPERTO RISPONDE: Mio figlio è sempre arrabbiato!

Buongiorno, vi scrivo perché talvolta mi trovo in difficoltà con il mio piccolo di 5 anni. Luca, quando si arrabbia, anche per minime cose, ha dei comportamenti che da sola ho fatica a gestire: urla, si butta per terra, piange a dirotto, è un continuo “no”… da mamma cerco di consolarlo ma spesso, vedendo che continua, finisco per frustrarmi ed arrabbiarmi… come posso aiutare mio figlio?

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Buongiorno Mamma di Luca, innanzitutto colgo l’occasione per ringraziarla di averci scritto e di aver condiviso con noi questi dubbi.
Senza dubbio la rabbia è una delle emozioni meno gradite e piacevoli che riguarda tutte le età, coinvolge tanto noi adulti quanto i nostri bambini e, siccome viene socialmente considerata un’emozione “scomoda”, di difficile gestione, spesso viene disapprovata e soppressa. In realtà si tratta di uno stato d’animo fondamentale per lo sviluppo emotivo e sociale dei più piccoli perché consente loro di apprendere strategie per fronteggiarla e maggiori risorse per reagire alle avversità. Tendenzialmente la maggior parte dei bambini, durante la crescita, impara a controllare la propria rabbia, infatti le manifestazioni fisiche della collera solitamente diminuiscono tra i 3 e i 5 anni. Tuttavia alcuni bambini mostrano una difficoltà a contenere le proprie reazioni colleriche anche negli anni successivi. In questi casi è importante ricordare che la rabbia va accettata, il bambino deve potersi sfogare senza essere etichettato come rabbioso o identificato con le sue reazioni impulsive e da genitore bisogna provare a comprendere la percezione che il bambino ha della situazione, ovvero cosa scaturisce una tale reazione. I rimproveri e le punizioni finiscono col rinforzare la rabbia e innescano nel bambino meccanismi che amplificano una percezione negativa di sé.

Quindi come aiutarlo? Di fronte a uno scoppio di collera, invece di chiedere al bambino di calmarsi (in quel momento non è in grado di farlo!) o di arrabbiarvi a vostra volta (alzare la voce stimola ancora di più la sua opposizione e accresce la sua collera!), siate presenti con gesti affettuosi accompagnati da parole dolci, con funzione rassicurante e tranquillizzante. Una volta calmato, potete provare a ragionare insieme su quanto successo. Una tecnica utile può essere quella di insegnargli a riconoscere i segnali fisici che arrivano dal proprio corpo (calore, rigidità, tremore…) e che indicano la probabilità di un’esplosione di rabbia. Un altro modo per parlare di rabbia è leggere insieme storie che abbiano per protagonisti bambini arrabbiati; in questo modo si sollecita l’identificazione con il protagonista, e si può ragionare sulle soluzioni che vengono attuate. 

Giochi utili. 

  • La statua: consiste nel fatto che il bambino resti immobile quando sente la parola “statua” contenendo i suoi impulsi e, pertanto, può essere utile per sviluppare l’autocontrollo.
  • Le previsioni meteo: consiste nel chiedere al bambino come si sente in quel momento per promuovere la consapevolezza emotiva.
  • Il vulcano: consiste nel chiedere al bambino di immaginare il suo interno come se fosse un vulcano e di individuare il momento di eruzione. Questo gioco è utile per fargli prendere coscienza del suo comportamento e delle varie fasi che portano all’esplosione (irritabilità o frustrazione, rabbia, collera) in modo da aiutarlo ad arrestarsi prima di raggiungere il punto di non ritorno.

 

Tecniche di rilassamento.

  • Respirazione: fare dei respiri lenti e profondi ha un effetto calmante sulle emozioni. Per aiutarlo si può chiedere al bambino di immaginare di fare delle bolle soffiando dolcemente, in modo che debba controllare il proprio respiro;
  • Toccare acqua o sabbia: una tecnica che aiuta a calmarsi attraverso i sensi; si possono usare anche materiali e aromi differenti;
  • Pallina anti-stress: costruire insieme al bambino una pallina anti-stress (es. palloncino riempito di riso o sabbia) che possa tenere in mano nei momenti di tensione;
  • Il barattolo della calma: costruire il barattolo della calma riempiendo una bottiglia di plastica trasparente con acqua calda, colla liquida trasparente e porporina; il bambino può rilassarsi osservando i movimenti della porporina all’interno della bottiglia liberando così la mente da pensieri negativi.

In generale è importante aiutare il bambino a comprendere quali attività possono avere un effetto rilassante e calmante nei momenti di tensione (es. disegnare, contare fino a dieci, colorare, ascoltare la musica, fare un bagno caldo etc…).

Spero di esserle stata d’aiuto fornendo qualche spunto in più per affrontare queste situazioni.

Dott.ssa Mereu Cristina
Neuropsicomotricista

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L’ESPERTO RISPONDE: mia moglie mi ha tradito, non so cosa fare.

Oscar, 53 anni
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sono arrabbiatissimo perché ho scoperto che mia moglie fino a qualche mese fa ha frequentato un altro uomo. La loro relazione, se così vogliamo definirla, è durata circa un anno e da poco è finita. Quando l’ho scoperto e ne ho parlato con lei, mia moglie si è giustificata dicendo che noi non avevamo più rapporti sessuali da tempo, che questo aspetto le mancava e che non è riuscita a resistere alla tentazione di provare con quest’altro uomo. Ma sostiene di averlo lasciato perché tiene alla nostra famiglia (abbiamo due figli, ormai grandi). Ha mentito fino a oggi, come potrei ora crederle? Non so cosa fare, vorrei solo tornare a come eravamo prima!

 

Salve Oscar,
quando si parla di tradimento non si può non parlare di rabbia e di perdita della fiducia, questo è sicuro. Nelle relazioni di coppia affidiamo all’altro una parte di noi, fatto che ci porta a sentirci feriti e persi quando qualcosa va storto.
Allo stesso tempo, un tradimento è sicuramente sintomo di una crisi della coppia, ma non ne rappresenta necessariamente la fine, se affrontato in modo utile. Una crisi, infatti, può rivelarsi un’opportunità per comprendere molti aspetti importanti, che sino a quel momento forse erano stati sottovalutati.
Ad esempio, sembra emergere che qualche difficoltà nella coppia, almeno dal punto di vista sessuale, era presente anche prima del tradimento. Sarebbe da comprendere meglio quali sono stati nel tempo i bisogni di entrambi da quel punto di vista e quali sono oggi. Solo così sarà possibile vedere se ci sono stati dei cambiamenti che hanno portato a uno squilibrio.

Nel corso della nostra vita, infatti, ciascuno di noi cambia a seconda di moltissimi fattori (i propri bisogni, il contesto, l’acquisizione di nuove risorse…). Nella vita di coppia, soprattutto quando la relazione è di lunga data, questi cambiamenti dei singoli partner possono andare nella stessa direzione oppure, a volte, in direzioni opposte. Per il benessere della coppia è fondamentale accorgersi di questi cambiamenti, in modo da poter negoziare (se possibile!) un nuovo modo di stare insieme, che rispetti i nuovi bisogni di entrambi. Questo processo non è per niente facile proprio perché i cambiamenti avvengono in modo graduale e, dall’interno, non sempre è possibile notarli. In questi casi una figura molto utile è quella del terapeuta di coppia: egli offrirebbe la possibilità di vedere ciò che sta succedendo da un’altra prospettiva, più ampia.

Proprio a questo proposito, quando sostiene di voler tornare a come eravate prima, è importante chiederci se sia un obiettivo raggiungibile. È proprio il “come eravamo prima” che vi ha portato a questa crisi, ed è proprio lì che è utile capire cosa non stesse funzionando. L’obiettivo delle terapie di coppia, infatti, è andare alla ricerca di un “nuovo noi” possibile.
Le premesse sembrano esserci: sua moglie ha scelto di tornare a impegnarsi nella vita di coppia, lei si sta attivando (lo dimostra l’averci scritto) per capire come muoversi. Una cosa è sicura dunque: al momento nessuno dei due vuole mollare! Tocca vedere se e come questo sarà possibile.

Questa potrebbe essere una nuova sfida da affrontare insieme… buon lavoro!

 

esperto

psicologa psicoterapeuta alice garavaglia

https://centronemesis.com/lesperto-risponde/


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L’ESPERTO RISPONDE: Rabbia e impulsività sono un problema?

Maria, 36 anni

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“Buongiorno, mi chiamo Maria, ho 36 anni e vi scrivo perché penso di avere un problema nel controllarmi, soprattutto nei momenti di rabbia. Spesso esplodo in modo improvviso ed è poi molto difficile ritornare calma, mi porto dietro l’arrabbiatura anche per giorni, a volte anche per cose stupide. Soprattutto ultimamente questo mi sta causando delle difficoltà sul lavoro e con le persone a me vicine, anche se da sempre mi considero una persona molto impulsiva. Infatti spesso mi sono trovata in situazioni che poi si sono rivelate difficili per me e che a pensarci bene non avrei scelto. Vorrei capire se secondo voi potrei aver bisogno di un aiuto psicologico per risolvere questo problema che vi porto e se è possibile risolverlo.”


Cara Maria, la ringrazio per averci scritto.
Per incominciare le consiglierei di prendersi un po’ di tempo per fare alcune riflessioni su quanto ed in che modo le caratteristiche che ci ha descritto influiscono negativamente sul suo lavoro e sulle sue relazioni, ma anche sulla sua qualità di vita e sul suo benessere personale. Continua a leggere

Pensieri e Aforismi #79 Buddah

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L’ESPERTO RISPONDE: Rabbia, aggressività e impulsività…cosa faccio?

espertoBuongiorno,
sono Claudia, mamma di due bambini di 9 e 10 anni. Sono sposata, ma la relazione tra me e mio marito non va da molto tempo, inoltre soffre di attacchi di panico da quando era piccolo e negli ultimi mesi soffre di depressione ed io sempre più mi trovo a gestire da sola la crescita e l’educazione dei miei figli. Camilla, la più piccola, è molto brava, sia a casa che a scuola, non mi crea problemi, è generosa e rispettosa degli altri. Alberto, invece, ha tratti di impulsività che faccio fatica a gestire.

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