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Psicologia Clinica e Forense – Psicoterapia – Logopedia

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L’ESPERTO RISPONDE: Rabbia, aggressività e impulsività…cosa faccio?

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espertoBuongiorno,
sono Claudia, mamma di due bambini di 9 e 10 anni. Sono sposata, ma la relazione tra me e mio marito non va da molto tempo, inoltre soffre di attacchi di panico da quando era piccolo e negli ultimi mesi soffre di depressione ed io sempre più mi trovo a gestire da sola la crescita e l’educazione dei miei figli. Camilla, la più piccola, è molto brava, sia a casa che a scuola, non mi crea problemi, è generosa e rispettosa degli altri. Alberto, invece, ha tratti di impulsività che faccio fatica a gestire.

Quello che però mi preoccupa di più è la sua difficoltà a gestire la rabbia sia con i compagni che a casa. Dice di odiare la rabbia perché lo allontana dai compagni. I compagni infatti tendono a isolarlo, a casa fa fatica ad aspettare il suo turno, decide anche al posto della sorella, se una cosa non gli piace o non si fa quello che vuole lui, reagisce con rabbia e aggressività. A scuola i voti non sono alti ed io sono sempre più stanca, le maestre sono esigenti e severe e spesso arriva a casa con una nota sul diario. Le insegnanti mi consigliano di contattare uno psicologo perché dicono che spesso la rabbia è la conseguenza di un disagio, anche se io credo che sia momentanea e che passerà. Come posso gestire la rabbia di mio figlio? Perché si arrabbia e reagisce in questo modo? È opportuno portare mio figlio da uno psicologo?
Vi ringrazio per l’attenzione.
Claudia

Buongiorno Claudia,
innanzitutto la ringrazio per averci scritto e aver condiviso con noi la sua esperienza. Non deve essere facile sentirsi sola nella gestione della crescita dei suoi figli e trovarsi, al contempo, in una relazione che, come lei descrive, “non va da molto tempo”.
Le informazioni che abbiamo sono tante, ma mancano alcuni aspetti su cui è utile soffermarsi: quando sono iniziati questi tratti di impulsività, di rabbia e di aggressività? C’è stato un evento in particolare che ha causato questo modo di reagire in suo figlio?

Ad ogni modo, cercherò di darle qualche indicazioni generale. Innanzitutto, lei parla di tratti di impulsività, di rabbia e di aggressività. Bisogna distinguere questi tre aspetti, che sebbene possano sembrare simili, sono differenti. L’impulsività è una reazione immediata ad uno stimolo che ci spinge ad agire senza pensare alle conseguenze.

rabbia

La rabbia è un’emozione che, come le altre emozioni di base (felicità, tristezza, disgusto, paura) ha il compito di indirizzare il comportamento in vista di una determinata situazione che può risultare frustrante o in casi estremi pericolosa. Quindi la rabbia ha una funzione adattiva e diventa distruttiva quando si ha difficoltà a gestirla o a controllarla. Dunque non è necessariamente negativa e, se indirizzata in maniera giusta, può essere utile e trasformarsi in grinta e determinazione.

L’aggressività è un comportamento che viene messo in atto per nuocere a qualcosa o qualcuno e può essere un comportamento fisico come ad esempio picchiare qualcuno o verbale come ad esempio insultare una persona.

Una volta fatta chiarezza sulla distinzione di questi tre aspetti, elenco una serie di strategie comportamentali che possono essere utili nell’affrontare al meglio la situazione, cogliendo l’occasione di rispondere al suo primo quesito:

aggr

  • Rivolgersi al bambino esprimendo, con parole brevi e semplici, un pensiero alla volta;
  • Ignorare gli atteggiamenti lievemente negativi;
  • Punire gli atteggiamenti molto negativi, ad esempio non facendo guardare il suo programma preferito o togliendo il cellulare;
  • Le punizioni devono essere prevedibili e adeguate all’età;
  • Rinforzare gli aspetti positivi, premiare e gratificare i comportamenti positivi anche se siamo arrabbiati con lui. La ricompensa deve essere specifica e non generale. Premiare con lodi, privilegi o attività. È utile inoltre cambiare spesso premi, perché uno stesso premio può non essere più un fattore rinforzante;
  • Evitare atteggiamenti aggressivi;
  • Essere coerenti;
  • Impostare regole, poche ma chiare, che possano essere seguite. Questo può essere fatto insieme al bambino, negoziando e collaborando. Si può pensare di scrivere insieme le regole in modo che siano accessibili e di appenderle ad esempio in camera del bambino e rileggerle ogni qual volta ce ne sia bisogno.

Ci possono essere varie motivazioni alla base delle reazioni di suo figlio e qui rispondo al secondo quesito. L’individuo è il risultato della componente biologica (corpo), della componente psicologica (percezione, apprendimento, memoria, ecc.) e della componente sociale (relazione, ambiente, contesto, ecc.). Se si considera l’individuo in quest’ottica, appare chiaro come tra le cause di un disturbo o, come in questo caso della rabbia, dell’aggressività e/o dell’impulsività potrebbero esserci sia fattori sociali, più strettamente contestuali, sia fattori psicologici. È difficile capire senza un approfondimento, un’anamnesi accurata e una valutazione a quali cause possono essere ricondotte le manifestazioni di rabbia, di impulsività e di aggressività di suo figlio.

Infine, rispondendo alla sua ultima domanda, è utile sottolineare che l’impulsività, la rabbia e l’aggressività possono essere persistenti o, come lei stesso afferma, momentanei. Ad ogni modo, hanno ragione le insegnanti a credere che queste reazioni possono essere conseguenti ad un disagio o ad un problema più profondo e a dirle di portarlo da uno psicologo. L’aiuto di un esperto come lo psicologo può aiutare meglio a chiarire questo aspetto. Il bambino, insieme al lavoro con questa figura professionale, può trovare più semplice esprimere la motivazione dei suoi comportamenti o imparare a riconoscere le emozioni e a gestirle. Lo psicologo attraverso il gioco, il disegno, il colloquio può facilitare questo processo. Anche per i genitori può essere utile rivolgersi ad uno psicologo, che possa supportarli e sostenerli in questi momenti di difficoltà. Mi sembra di capire che lei si sente sola a gestire la crescita dei suoi figli e dunque può essere un’occasione in più per affrontare la situazione non più sola, ma con l’ausilio di un esperto.

Spero che la mia risposta le possa essere di aiuto. Resto a disposizione per eventuali dubbi e chiarimenti. La invito a contattarci se la situazione persiste.

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esperto

Dott.ssa Iolanda Sileo

Psicologa

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