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Psicologia Clinica e Forense – Psicoterapia – Logopedia


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Afasia: è utile rivolgersi ad un logopedista tempestivamente

Afasia, definita come la perdita, totale o parziale del linguaggio, è causata da un danno cerebrale focale che interessa un’ampia rete di strutture destinate alla codificazione e decodificazione dei messaggi linguistici.

afasia habla

La causa che provoca afasia ne determina la modalità di insorgenza che può essere acuta o progressiva. Nel primo caso, può essere conseguenza di un trauma cranico, di un processo infettivo o infiammatorio, oppure, più comunemente, manifesta l’insorgenza di un accidente cerebro-vascolare di natura ischemica o emorragica. Gli infarti cerebrali sono da ritenersi infatti, la causa più frequente di afasia. Nel secondo caso invece, l’insorgenza progressiva è manifestazione di un processo degenerativo; è il caso ad esempio, della demenza fronto-temporale o della malattia di Alzheimer (Mariani e Bertora, 2009).

L’afasia è un disturbo comunicativo complesso che coinvolge diversi livelli di elaborazione linguistica, ostacolando notevolmente l’autonomia nello svolgere le attività della vita quotidiana nonché la partecipazione sociale ed il benessere dei soggetti colpiti.

foto-afasia

Per comprendere la sensazione possiamo immaginare di risvegliarci in un luogo mai visto prima, un ospedale ad esempio, e di non comprendere ciò che viene detto dal personale di reparto e neppure riuscire a comunicare i nostri bisogni elementari: la sensazione di smarrimento potrebbe essere simile a quella di chi si trova in un paese straniero di cui non conosca la lingua. Continuiamo ad immaginare quel che può accadere nel momento in cui si riceve una visita delle persone care, di sentirsi sollevati nel riconoscerle, per poi scoprire, con sconforto, che anch’esse utilizzano una lingua sconosciuta. Questo è quanto accade alle persone divenute afasiche a seguito di evento acuto: ictale, infettivo o traumatico.

L’afasia non rappresenta un disturbo statico, è possibile infatti affermare che nel periodo immediatamente successivo all’evento scatenante, si assiste ad un miglioramento del quadro afasico nella quasi totalità dei casi, fatta eccezione per le afasie ad esordio progressivo. Tale miglioramento, definito anche recupero spontaneo, è da attribuirsi a diversi meccanismi neurologici quali la riduzione dell’edema perifocale e della diaschisi, ovvero del danno funzionale che interessa le aree connesse funzionalmente con quella lesa. Generalmente i processi descritti hanno luogo durante i primi due mesi dall’evento indice; tuttavia è possibile osservarli anche a distanza di sei-otto mesi.

Alla luce del fenomeno descritto dunque, qual è il ruolo della riabilitazione del linguaggio e della comunicazione?

Una meta-analisi condotta da Robey (1998), conclude che il miglioramento nei soggetti trattati è superiore a quello dei soggetti non trattati e che tale differenza è maggiore nei pazienti in fase relativamente acuta. La meta-analisi evidenzia inoltre, come l’effetto dell’intensità del trattamento sia significativo; tanto maggiore è la sua intensità, quanto maggiore risulta il recupero. Per la terapia, è inoltre importante tener conto anche di un’eventuale depressione, relativamente frequente dopo una lesione cerebrale, di natura reattiva o organica cerebrale. In questi casi sono d’aiuto gli antidepressivi, in particolare gli inibitori selettivi della ricattura della serotonina (ISRS) e, in particolare nel caso di una depressione reattiva, un intervento psicologico di sostegno attraverso per esempio, training cognitivi-comportamentali e monitoraggio.

Un intervento logopedico tempestivo ed intensivo, in conclusione, migliora la prognosi e riduce il senso di impotenza legato alla difficoltà comunicativa: ecco perché non vale la pena temporeggiare!

La logopedista che collabora con il Centro Nemesis nella sede di Milano
Dott.ssa Laura Diprossimo

 

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