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Psicologia Clinica e Forense – Psicoterapia – Logopedia


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Siamo ancora in tempo! Rinforzo delle abilità scolastiche durante l’emergenza Covid-19

scuola 1

Giunti ormai al termine di un anno scolastico davvero particolare, con le lezioni interrotte a fine febbraio per l’emergenza Covid-19 e l’attivazione della didattica a distanza (alla quale la maggior parte degli alunni e degli insegnanti non erano pronti), sorgono numerosi dubbi da parte delle famiglie circa la preparazione dei propri figli.

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ESPERTO RISPONDE: non è mai troppo tardi per rimediare alla “zeppola”

Buongiorno,
Scrivo perché da sempre ho la cosiddetta “zeppola” nel pronunciare le parole con la “s”. Non ci ho mai dato troppo peso, ma adesso avrei piacere di correggerla.
Cosa mi consiglia?
Grazie
Martina, 20 anni

balbuzie123

Cara Martina,
Il disturbo a cui lei fa riferimento si configura come un problema articolatorio periferico ed è dovuto da uno scorretto posizionamento della lingua durante l’articolazione dei suoni.

Il termine esatto è sigmatismo e può essere di differenti tipologie: sigmatismo interdentale, laterale o addentale.

  • Sigmatismo interdentale: la lingua si interpone fra le arcate dentarie durante la fonazione. Questa condizione si associa, spesso, a abitudini viziate, quali l’uso protratto del ciuccio, la suzione del pollice o di corpi estranei (matite, cappucci delle penne, angoli dei vestiti…) o l’onicofagia.

Spesso, il sigmatismo interdentale si associa a un meccanismo deglutitorio disfunzionale, in cui non è avvenuto un corretto passaggio a una deglutizione di tipo adulto.

  • Sigmatismo laterale: parte del corpo linguale – in particolare l’apice oppure il dorso – poggia sul palato durante l’articolazione, causando un ostacolo alla corretta fuoriuscita del suono, che viene così deviato a destra o sinistra della lingua stessa.
  • Sigmatismo addentale: la punta della lingua si appoggia contro la superficie posteriore degli incisivi superiori.

Il fonema /s/ si produce grazie al passaggio dell’aria nello spazio lasciato dal contatto fra le arcate dentarie superiori e inferiori, mentre l’apice della lingua si accosta agli alveoli dentali.
Il mio consiglio è di effettuare una valutazione logopedica per capire il tipo di sigmatismo e le imprecisioni articolatorie da lei commesse.
La valutazione, inoltre, sarà utile a constatare l’eventuale presenza di deglutizione disfunzionale, in cui la lingua assume una posizione scorretta durante la deglutizione.

Una deglutizione disfunzionale può contribuire a uno squilibrio muscolare orofacciale (SMOF), causare respirazione orale e problemi posturali.

Alla valutazione generalmente segue la presa in carico logopedica, con l’obiettivo di correggere i meccanismi disfunzionali, sostituendoli con quelli fisiologici, promuovendo una successiva automatizzazione degli stessi.

Il trattamento per il sigmatismo prevede un iniziale lavoro sulla propriocezione della lingua all’interno della bocca; successivamente, si provvede alla corretta impostazione del suono.

Durante tutto il periodo di presa in carico è indispensabile la motivazione e la partecipazione attiva dell’utente che deve impegnarsi nello svolgere costantemente a casa gli esercizi proposti in seduta, al fine di favorire l’automatizzazione di quanto appreso. Con un po’ di esercizio… non è mai troppo tardi per aggiustare la dizione!

Dr.ssa Silvia Giusiano
Logopedista

 

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L’ESPERTO RISPONDE: cosa sono i Dsa e come muoversi dopo una segnalazione?

Buongiorno,
sono mamma di Luca, bambino di otto anni che ha terminato a giugno la seconda elementare. Le maestre, in occasione della consegna delle pagelle, mi hanno segnalato che il bambino presenta una lettura molto lenta e con molti errori. Per questo motivo, mi hanno consigliato una valutazione logopedica in quanto Luca potrebbe presentare un disturbo specifico di apprendimento.
Di che cosa si tratta esattamente? Come devo muovermi?
Grazie.Schermata 2018-09-11 alle 14.03.42

Gentile mamma,
con il termine disturbo specifico di apprendimento si intende un disturbo del neurosviluppo che interessa la sfera degli apprendimenti scolastici, in bambini che non presentano problemi a livello intellettivo generale.

In particolare, i disturbi specifici di apprendimento vengono classificati nel seguente modo, in base alle caratteristiche cliniche:
Dislessia: disturbo della lettura, si manifesta come difficoltà a decodificare un testo scritto; il soggetto presentante dislessia tende a leggere più lentamente e a commettere più errori rispetto alla media dei coetanei.
Disortografia: disturbo della scrittura, si manifesta con difficoltà ad acquisire le regole ortografiche e permanere nei testi scritti di numerosi errori di ortografia;
Disgrafia: disturbo della grafia, si manifesta con difficoltà motorie dell’atto grafico;
Discalculia: disturbo della capacità di comprendere e operare con i numeri.

Questi disturbi vengono definiti specifici in quanto non conseguono a problemi neurologici, ambientali o intellettivi.
È frequente incontrare nel bambino la presenza contemporanea di uno o più disturbi specifici.
Spesso sono individuabili una serie di campanelli di allarme che possono segnalare la presenza di un disturbo specifico di apprendimento.

Nella fascia di età di Luca, i possibili indicatori a cui prestare attenzione sono i seguenti:
– La lettura è poco fluida e, di conseguenza, viene inficiata la comprensione di ciò che si sta leggendo;
– Il bambino cerca delle scuse per evitare di leggere;
– In scrittura, il lessico è ristretto;
– Gli errori ortografici sono eccessivi rispetto all’età e alla classe frequentata;
– È presente confusione rispetto all’ordine delle lettere che compongono le parole;
– Non può utilizzare i propri appunti per studiare;
– Confonde la destra e la sinistra;
– L’esposizione orale di fatti e di racconti risulta povera di termini e difficoltosa;
– L’uso del diario scolastico risulta disorganizzato e non trascrive i compiti assegnati;
– Ha difficoltà ad imparare le tabelline

Nel caso specifico di suo figlio le maestre segnalano la preoccupazione che il bambino presenti dislessia.Schermata 2018-09-11 alle 14.03.27.png

Che cosa fare?
La cosa migliore da fare è rivolgersi a degli esperti per una valutazione diagnostica.
Per effettuare tale valutazione, è necessario rivolgersi al Servizio di Neuropsichiatria Infantile dell’ASL di appartenenza o a un centro privato e/o convenzionato specializzato.
La valutazione viene eseguita da un’equipe multidisciplinare, che si avvale di specifici test da somministrare al bambino per indagare le seguenti aree:

  • Intelligenza (Q.I.),
  • Capacità di lettura (velocità di lettura e correttezza),
  • Capacità di scrittura (correttezza),
  • Comprensione del testo,
  • Capacità di calcolo.

Alla fine del percorso valutativo, l’equipe redige una relazione in cui si esplicitano i risultati ottenuti nei vari test e – qualora sia necessario – la diagnosi di disturbo specifico.

Quando effettuare la diagnosi?
Secondo la normativa vigente, è possibile effettuare la diagnosi di dislessia e disortografia alla fine della seconda elementare e la diagnosi di discalculia alla  fine della terza elementare.

Dr.ssa Silvia Giusiano

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