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Psicologia Clinica e Forense – Psicoterapia – Logopedia


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L’ESPERTO RISPONDE: emozioni inaspettate in gravidanza

Simonetta, 32 anni

Buongiorno,
Vi scrivo perché ho scoperto da poche settimane di essere incinta e forse non mi sento come dovrei sentirmi. Io e mio marito l’abbiamo cercato, lo desideravamo entrambi. Non abbiamo fatto come molte coppie che contano i giorni fertili ci abbiamo provato e in modo molto tranquillo è arrivato. Diciamo che ci siamo affidati al destino e in poco più di un paio di mesi il test ha dato esito positivo.
Non ho avuto il tempo di realizzare la cosa, mi sento spaesata e dentro di me circolano mille emozioni. È una cosa stranissima, non ho mai provato nulla di simile.
Mi faccio sempre mille domande… sono una insicura io. Ciò che mi preoccupa è che sento delle amiche o delle colleghe incinte come me che sprizzano di felicità da tutti i pori, leggo sempre di emozioni positive e di gioia immensa. E io? Io mi sento per lo più impaurita, ho mille dubbi e mille domande, ma perché? È normale? Possibile che io sia così diversa dalle altre?unnamed-1

Buongiorno cara Simonetta, la ringrazio averci scritto.
La gravidanza è un momento delicato nella vita di una donna. Ogni gravidanza è diversa, ogni donna è diversa come ogni giorno è diverso. Il ventaglio delle esperienze che possiamo provare è enorme, dal sentirsi sane e forti come non mai, con un senso di totale benessere, raggianti e felici, al sentirsi invece incredibilmente nauseate, affrante e svogliate.

Potremmo ritrovarci deluse o addirittura arrabbiate perché ciò che stiamo sperimentando potrebbe non coincidere affatto con le nostre aspettative sulla gravidanza e su come ci saremmo dovute sentire. Per quanto abbiamo desiderato questo momento, insieme alla felicità è possibile sperimentare momenti di paura, ambivalenza, rimpianto e incertezza. Come cambierà la nostra vita? Siamo pronte ad essere madri?

Inoltre durante la gravidanza spesso le donne si sentono più vulnerabili emotivamente e più sensibili sotto tutti i punti di vista, sia fisici che emotivi, anche per effetto dello squilibrio ormonale. Quindi quello che sta provando, Simonetta, è del tutto normale: molte donne come lei lo provano ma è difficile ammetterlo. Tutti “gli altri” si aspettano reazioni di gioia, e svelare le nostre paure diventa difficile. A volte la sensazione di sentirci giudicate, quindi, potrebbe impedirci di accettare e condividere le nostre emozioni.unnamed.jpg

Durante la gravidanza ci saranno molti cambiamenti che si affacceranno alla nostra esperienza: il nostro corpo, il lavoro, la famiglia, le persone intorno a noi. Una chiave per fronteggiare questo percorso è provare ad accogliere e accettare tutto ciò che verrà ed essere gentili e compassionevoli con noi stesse, soprattutto quando proveremo paura.
Spero di esserle stata di aiuto, le auguro di godersi ogni momento di questa esperienza.

 

mara per articoli

 

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L’ESPERTO RISPONDE: Come scegliere il miglior biberon per neonati?

Cecilia, 29 anni

Immagine correlataBuongiorno,
sono all’ottavo mese di gravidanza e a breve nascerà la mia bambina. So già, per motivi personali di salute, che non potrò allattarla e vi chiedo alcune indicazioni specifiche sulla scelta del biberon più adatto poiché nei negozi specializzati per l’infanzia ve ne sono tantissimi e tutti diversi. Grazie.

Buongiorno Cecilia,
il suo dubbio sulla scelta del biberon è del tutto lecito poiché oggi il mercato degli ausili di alimentazione si è allargato a dismisura, spesso il genitore sceglie quello più bello esteticamente che, però, spesso, non è quello più funzionale.

È dunque fondamentale saper scegliere in modo adeguato il biberon affinché le abilità di alimentazione del bambino progrediscano correttamente.

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È ormai noto che i biberon di plastica contengono Bisfenolo A, un policarbonato che a contatto con il latte caldo viene rilasciato dalla plastica e interferisce con l’equilibrio ormonale, può danneggiare lo sviluppo cerebrale, gli organi riproduttori e il sistema immunitario; si assicuri di trovare questo simbolo sulla confezione del biberon o scelga preferibilmente biberon di vetro.

Le tettarelle in lattice e caucciù si alterano facilmente con il susseguirsi delle sterilizzazioni e si deformano con l’uso prolungato; è consigliabile dunque scegliere tettarelle in silicone che sono meno deformabili, non assorbono odori e sapori e possono essere sterilizzate a lungo.

Il silicone è consigliato fino alla comparsa dei primi denti e successivamente, poiché può essere facilmente tagliato dalla dentizione e dalla forza del morso, si può passare al lattice o al caucciù che sono più resistenti.

Immagine correlataSarebbe importante ispezionare le tettarelle prima e dopo ogni utilizzo per verificare eventuali usure e cambiarle spesso quando il bambino è in fase di eruzione dei denti.

Un errore che viene commesso spesso è allargare i fori delle tettarelle: questo è un grosso rischio per la salute del nostro bambino perché il liquido scende molto velocemente, il neonato non è in grado di gestire abbondanti quantità di liquido e rischia il soffocamento. Inoltre i fori alterati facilitano lo strappo e l’usura della tettarella.

È importante non lasciare le tettarelle nelle soluzioni sterilizzanti più del tempo consigliato e lavarle comunque prima di ogni utilizzo, oltre a ricordarsi di cambiare la tettarella in base all’età del bambino: 1 solo foro fino ai 4 mesi, 3 fori fino ai 6 mesi, tettarella a stella fino ai 9 mesi, tettarella piatta da mordere fino ai 14 mesi e successivamente passare al bicchiere chiuso con appoggio anatomico per la bocca.

Dunque Cecilia, il mio consiglio è di non farsi condizionare dall’estetica, ma acquistare l’ausilio che più fisiologicamente può stimolare le abilità orali del suo bambino, leggendo sempre con attenzione le indicazioni riferite all’età che trova sulle confezioni.

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esperto

cristina iosa logopedista


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Training Autogeno in gravidanza, in particolare il metodo R.A.T.

La gravidanza rappresenta per la donna uno dei periodi della vita più ricco di cambiamenti. Le modificazioni che avvengono riguardano sia il corpo sia la mente che insieme dovranno trovare nuovi equilibri. Tra le fisiologiche oscillazioni ormonali e le normali insicurezze legate ai cambiamenti corporei, di abitudini e di ruoli, il Training Autogeno in gravidanza può essere adottato efficacemente per mantenere un equilibrio ed una serenità emotiva.

Tecnica di rilassamento e di psicoterapia esso si basa sulla ripetizione di particolari esercizi che devono essere appresi in modo graduale e con allenamento costante. Per le gestanti è utile in particolar modo il metodo R.A.T., Training Autogeno Respiratorio, tecnica che deriva dal Training Autogeno e che consiste in alcuni esercizi che aiutano a controllare la respirazione e a sciogliere i muscoli coinvolti nel parto.

Il compito primario del training autogeno in gravidanza è quello di aiutare le future mamme ad affrontare gli squilibri emotivi e le oscillazioni d’umore che spesso accompagnano il prima e il post parto, cercando di prevenire in questo modo patologie più gravi quali i disturbi d’ansia della gestante e la depressione post partum della neomamma.

Gli esercizi inoltre, eseguiti già a partire dal 4° mese con il supporto di uno psicologo esperto, possono ridurre se non far scomparire del tutto eventuali stati di malessere fisico legati al periodo: nausea, vomito, insonnia, irritabilità, stitichezza, senso di spossatezza, anomalie respiratorie e del ritmo cardiaco da ansia, sbalzi di pressione, dolori muscolari. Il Training Autogeno è una risorsa che non esaurisce la sua funzione nell’arco della gravidanza e del parto, ma che potrà essere utilizzata in qualsiasi momento della vita.

Il Training Autogeno in gravidanza permette dunque di attenuare i disturbi tipici di questo periodo oltre che di fronteggiarne i vissuti psicologici. Tale tecnica consente di sintonizzarsi e porsi in ascolto del proprio corpo e così facendo permette alla madre di iniziare un dialogo con il nascituro, creare armonia dentro di sé e prendere confidenza con i cambiamenti fisiologici. Facilita il raggiungimento di un profondo rilassamento e di un benessere generale, combattendo ansie e paure, e migliora eventuali contratture e dolori. Durante il travaglio consente alla mamma di concentrarsi su quanto sta accadendo, aumenta la determinazione, la calma e la capacità di autocontrollo, oltre a migliorare la fiducia in se stesse e nelle proprie capacità. I benefici del training autogeno si protraggono oltre la nascita del bambino, rendono la mamma più “allenata” ad affrontare tutti i piccoli problemi che la cura e la gestione di un neonato e del nuovo ruolo comportano.

Il training autogeno non è una cura che elimina il dolore o l’ansia in maniera definitiva, ma aiuta sensibilmente a tenere sotto controllo lo stress e ad affrontare gli ostacoli con maggiore tranquillità. La sua pratica stimola la produzione di endorfine che contrastano l’ansia e l’agitazione favorendo anche il controllo del dolore grazie al rilassamento della muscolatura.

Tale metodo andrebbe appreso all’interno o in concomitanza di corsi che prevedono un approccio completo a gravidanza, parto e post-partum. La gravidanza è un evento unico e misterioso che coinvolge non solo il corpo, ma anche la psiche della donna. La donna è assorbita da ansie e paure, per questo è importante approfondire non solo gli aspetti fisiologici della gravidanza, ma anche i vissuti psicologici della donna e di chi le sta accanto. Corsi così strutturati rispondono sia ai bisogni informativi che di sostegno dei futuri genitori: le paure si attenuano grazie alla condivisione e all’informazione, il confronto rassicura e rende protagonisti della propria esperienza, il gruppo che accoglie e ascolta infonde fiducia e coraggio.

 

dott.ssa Filomena Tancredi
Psicologa Psicoterapeuta

VEDI ANCHE “IL CORSO DI ACCOMPAGNAMENTO ALLA NASCITA”


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INCONTRO Ciclo CareLab: “Conoscere attraverso l’esperienza: la gravidanza” – Torino, 26 maggio 2015

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