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Psicologia Clinica e Forense – Psicoterapia – Logopedia

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L’ESPERTO RISPONDE: Lutto, cosa posso fare?

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Carla, 37 anni

lutto.pngBuongiorno, vi scrivo perché sono preoccupata per mia sorella. Il mese scorso ha perso suo marito: sono stati sposati per 15 anni e nell’ultimo periodo la loro relazione
non funzionava molto bene. La malattia del marito è durata diversi anni, non si può dire che abbia colto mia sorella impreparata, però ora non si dà pace. Dopo qualche settimana in cui come una macchina si è oc
cupata di tutte le incombenze pratiche, ora è molto giù di morale, ma soprattutto si sente in colpa per non essergli stata vicina quanto avrebbe potuto nell’ultimo periodo. Da due settimane fatica a uscire di casa, non si concentra sul lavoro, non sempre mi risponde al telefono. Continuo a dirle che avrà ancora molte altre possibilità visto che è giovane, che deve essere forte, ma non mi ascolta. Cosa posso fare?

Cara Carla, il suo affetto e la sua preoccupazione per sua sorella sono evidenti in queste poche righe, come anche il desiderio di voler fare qualcosa per lei. Il lutto è un’esperienza terribile, che tutti vorremmo superare “indenni”. Il rischio è proprio questo: all’interno del percorso di elaborazione purtroppo non ci sono vie di fuga, e se terremo la testa sotto la sabbia, per così dire, sarà difficile uscirne.
Per comprendere meglio quali siano le fasi del processo di elaborazione della perdita puoi leggere qui una mia precedente risposta.

In questa sede, invece, proverei a fornirle i alcune indicazioni su come poter essere attivi e come poter fornire supporto a un nostro caro in lutto.
Prima di tutto, dobbiamo sforzarci di non dare consigli a chi non li chiede: delle parole di consolazione, magari maldestre, potrebbero rischiare di ferire, o di sminuire la sofferenza dell’altro. Infatti, soprattutto in alcune fasi, alleviare a tutti i costi il dolore non è utile, può essere controproducente, ma soprattutto non è possibile. Dobbiamo stare attenti a non sostituirci alla persona che soffre e ad accogliere, senza pretesa di modificare, quello che prova. Dunque, il silenzio può essere d’aiuto, come anche ammettere sgomento e incapacità di poter fare qualcosa, mostrare vicinanza e stare nell’emozione negativa. Un esempio potrebbe essere:

“È tristissimo, così tanto che non so cosa dirti. Ma ti sono vicina, conta su di me per qualsiasi cosa.”

Allo stesso tempo, per uscire dalla sensazione d’impotenza e passività, qualcosa si può fare. Queste sono alcune indicazioni che chi si trova a vivere un lutto potrebbe trovare utili.
Prima di tutto è importante evitare di trascurarsi, porgendo delle piccole attenzioni a se stessi. Un esempio potrebbe essere prendersi cura del proprio corpo, farsi qualche piccolo regalo, concedersi dei piaceri. Queste azioni, oltre a permetterci di vivere qualche parentesi positiva all’interno del periodo di lutto, possono aiutarci a combattere il senso di colpa. Infatti, questo sentimento compare molto spesso e in modo naturale all’interno del processo di elaborazione e seppure sia necessario viverlo, successivamente sarà utile prenderne le distanze. Vivere anche per chi ci è mancato può farci sentire, in alcuni momenti, un po’ meglio.
Sarà importante, inoltre, crearsi una rete di sostegno: amici, parenti, conoscenti potrebbero essere presenti, di compagnia, nei momenti di maggior bisogno.
Infine, creare un “ritualedi separazione permetterà di dare un significato simbolico alla fine di una fase e all’inizio di un’altra, permetterà di collocare la morte nel passato, le conferirà un senso. Nella nostra cultura il funerale è uno di questi rituali: avere un ruolo attivo al suo interno (leggere una poesia, scrivere una lettera..) o trovare un modo proprio e personale per salutare la persona cara (dedicandole immagini, canzoni..) può essere utile per svolgere questo passaggio.

Queste indicazioni, sebbene possano essere utili per l’elaborazione di un lutto semplice, potrebbero però non essere sufficienti. Succede che, talvolta, diversi eventi del passato o alcune caratteristiche personali possano rendere l’elaborazione più complessa. In quel caso, il supporto di un professionista potrebbe essere necessario.

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esperto

 

Cenpsicologa psicoterapeuta alice garavagliatro NEMESISsicologiClinica e Forense – Psicoterapi
Psicologi e Psicoterapeuti  a Milano, Torino e Bergamo

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