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Psicologia Clinica e Forense – Psicoterapia – Logopedia

Sport e adolescenza: nuove scoperte sui benefici psicologici dell’attività sportiva.

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Sport e adolescenza: “Devi tenerti in forma, devi impegnarti, devi svagarti.. iscriviti in palestra!”.
Quante volte abbiamo sentito frasi come questa? Lo sport fa bene allo spirito e al corpo, lo sappiamo da millenni, ma ogni anno scopriamo nuovi effetti positivi dell’attività fisica. In particolare, alcuni studi del 2016 hanno evidenziato l’importanza dello sport in alcune aree psicologiche, soprattutto nell’adolescenza.

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– La concezione di sé: uno studio condotto su più di 2100 adolescenti tra i 15 e i 18 anni ha riportato che svolgere attività fisica, di qualsiasi genere, migliori l’immagine di sé, le relazioni sociali e familiari. Ma cosa intendiamo con concezione di sé? Essa è l’insieme degli elementi a cui facciamo riferimento per descriverci. Comprende i nostri valori, le credenze, le caratteristiche fisiche che ci riconosciamo e il giudizio che abbiamo su di esse. Ciò che migliora, secondo questo studio, è, quindi, il giudizio che gli adolescenti danno a loro stessi.

– La definizione dell’identità: elemento cruciale in questa fase dello sviluppo, è la ricerca di “punti fermi” e sicurezze che aiutino l’adolescente a comprendere quali siano i propri bisogni e quali le risorse per soddisfarli, sempre più in autonomia. Svolgere con costanza uno sport, coltivare la passione per esso, costituisce uno di questi punti di riferimento per definire ciò che si è, o ciò che si vorrebbe diventare.

– La socializzazione: negli sport di squadra si sa che la collaborazione, lo spirito di gruppo e il senso di appartenenza sono le doti e le capacità che più si accrescono, mentre negli sport individuali si sviluppano maggiormente il senso di responsabilità, la disciplina e l’equilibrio psicofisico. Ma, nel concreto, tutte le discipline sportive possono essere considerate contemporaneamente, dal punto di vista competitivo, come individuali o di squadra: un nuotatore, ad esempio, agisce da solo ma al contempo è membro di una squadra; ha la piena responsabilità del proprio risultato, che però concorre a una successiva valutazione collettiva (ad esempio nelle competizioni in staffetta).

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Dunque, sempre più evidenze dimostrano l’utilità dello sport per lo sviluppo di molte aree personali, ma non tutti lo praticano con costanza. Da che cosa dipende?

Un recentissimo studio canadese ha mostrato che una certa influenza è svolta dall’atteggiamento dei genitori. In particolare, la loro attitudine all’impegnarsi e al mantenere la motivazione nel tempo influenzerebbe positivamente le capacità degli adolescenti nel coinvolgersi per il raggiungimento dei loro obiettivi: darebbero in sostanza il “buon esempio”. Al contrario, una pressione o aspettative eccessive da parte loro rischierebbero di produrre l’effetto opposto, cioè di allontanare l’adolescente dalla pratica sportiva.

Per un approfondimento sulla relazione tra emozioni (in particolare l’ansia) e sport leggi anche qui.

psicologa psicoterapeuta alice garavaglia

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