Dott.ssa Laura D’Alessandro
L’autismo (o più correttamente Disturbo dello Spettro Autistico) attira sempre di più l’attenzione della comunità scientifica e non solo… nascono nuove serie televisive, film, si pubblicano libri e si moltiplicano le informazioni creando spesso molta confusione. Cerchiamo di mettere un po’ di ordine!
Che cos’è l’autismo?
L’autismo è una sindrome complessa, un insieme di sintomi e segni che variano molto sia per tipo che per intensità da bambino a bambino.
È a comparsa precoce, perché diventa visibile entro i primi tre anni di vita e si configura come una disabilità che accompagnerà il bambino lungo tutto l’arco della vita con un insieme di sintomi e segni che potranno variare (a seconda del periodo di crescita o di avvenimenti particolari) di intensità e di tipologia.
Come si manifesta?
I sintomi possono evidenziarsi all’interno di 2 grandi aree:
- compromissione qualitativa dell’interazione sociale e della comunicazione
- modalità di comportamento, interessi e attività ristretti, ripetitivi e stereotipati
La caratteristica più evidente dell’autismo è il disturbo dell’interazione sociale e della comunicazione. I bambini con autismo possono non rispondere se chiamati per nome e spesso evitano lo sguardo altrui; spesso hanno difficoltà nell’interpretare il tono della voce o le espressioni del viso e non corrispondono alle emozioni altrui. Appaiono inconsapevoli dei sentimenti altrui nei propri confronti e dell’impatto negativo del proprio comportamento sugli altri.
“La gente non si rende conto di quanto sia difficile per me guardare una persona. Perché si tratta di un’attività che esige una gran quantità di energia” (Therese Joliffe)
Molti bambini con autismo si dedicano ad attività motorie ripetitive come dondolarsi o utilizzare oggetti in modo anomalo come roteare bastoncini. Qualcuno parla con voce cantilenante di un numero ristretto di argomenti preferiti, con poco riguardo per gli interessi delle persone con cui stanno parlando. Le persone con autismo spesso hanno risposte anomale ai suoni, al tatto o ad altri stimoli sensoriali.
“Le persone autistiche devono capire scientificamente ciò che le persone non autistiche capiscono già istintivamente”
(Marc Segar)
Il fattore preponderante che può spiegare l’origine dell’autismo è quello genetico. Recenti ricerche scientifiche hanno approfondito la possibile ipotesi causale della mancata potatura sinaptica.
Dalle linee guida sull’autismo dell’Istituto Superiore della Sanità gli unici interventi efficaci sono quelli di tipo cognitivo-comportamentale ma purtroppo, come sottolinea il giornalista Gianluca Nicoletti, la maggior parte dei genitori di figli con autismo si imbatte sul cammino con persone non specializzate e non preparate:
“È persino data libertà di pratica a quelli che sono ancora convinti che l’autismo abbia a che fare con l’inadeguatezza materna (…) la scuola dovrebbe specializzare insegnanti di sostegno per lavorare efficacemente con gli autistici…”
(“Salviamo i nostri ragazzi dai guru del fanta-autismo”, LaStampa, 09/09/2014)
Quali sono quindi i bisogni delle persone con autismo?
Citando Il Dott. Arduino, massimo esperto in Italia nel campo dell’autismo:
“l’educazione a casa, a scuola e nella comunità resta il trattamento primario per i bambini con Disturbo dello Spettro Autistico”
Costruire e coordinare una rete intorno alla famiglia ed avere il supporto di persone specializzate risulta quindi un passaggio fondamentale.
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