Marta, 39 anni
Buongiorno,
vi scrivo perché mi capita spesso di dormire male la notte, fatico ad addormentarmi, non riesco a prendere sonno prima delle 2-2.30. Ho provato diversi metodi per cercare di dormire ma hanno funzionato solo relativamente. Questi problemi sono incominciati diversi mesi fa, quando c’è stato un periodo di difficoltà economica perché mio marito rischiava di perdere il lavoro. Ora, però, la situazione è tranquilla, non ci sono più grandi preoccupazioni ma il problema rimane lo stesso. Cosa posso fare?
Buongiorno,
la ringraziamo per la sua domanda. Innanzitutto devo dirle che non è da sola ad essere in questa situazione: infatti secondo i dati dell’AIMS (Associazione Italiana di Medicina del Sonno) circa il 33% degli adulti riporta sintomi di insonnia e per un terzo di questi il problema è persistente ed invalidante. Sicuramente viviamo in un’epoca in cui i ritmi sono molto più veloci rispetto al passato, siamo sempre attivi, in movimento. Inoltre, gli impegni sempre più intensi ci costringono ad allungare le giornate fino a notte inoltrata per riuscire a mantenere lavoro, hobby, amicizie, relazioni sentimentali. Questo influenza il ritmo sonno-veglia e rende più probabile l’instaurarsi di disturbi del sonno.
La prima cosa da fare è capire se si tratta realmente di insonnia oppure se sono presenti alcuni sintomi che non si configurano, però, come un vero e proprio disturbo. Per aiutarci a comprendere questo possiamo fare riferimento al DSM V (Il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali – versione V):
- Il disagio prevalente è l’insoddisfazione per la quantità o la qualità del sonno associata ad uno o più dei seguenti sintomi: difficoltà ad iniziare o a mantenere il sonno; risveglio mattutino precoce con difficoltà a riaddormentarsi.
- Il disturbo del sonno causa disagio clinicamente significativo o compromissione nell’area sociale, lavorativa o di altre aree importanti del funzionamento
- Il disturbo si verifica almeno tre notti a settimana
- E’ presente per almeno tre mesi
- Si verifica nonostante un’adeguata opportunità per dormire
- Non si verifica esclusivamente durante il decorso di un altro disturbo del sonno-veglia
- Non è attribuibile agli effetti fisiologici di una sostanza
- La coesistenza di disturbi mentali e condizioni mediche non spiegano adeguatamente il disturbo predominante di insonnia
L’origine di questo disturbo può essere molteplice: a volte ci può essere una causa organica (disordini respiratori, digestivi, cardiaci…), a volte è la risposta ad un evento esterno quale un periodo stressante o una difficoltà, come sembra essere nel suo caso. Il motivo per cui l’insonnia continua a perdurare nonostante il periodo critico sia passato può essere dovuto ai comportamenti che abbiamo appreso. Infatti, spesso, le strategie che si mettono in atto per affrontare il disagio dell’insonnia, diventano abitudini disfunzionali che si rivelano poco efficaci sia a breve termine sia a lungo termine. Ad esempio dormire di giorno, dedicarsi ad altre attività mentre si è a letto, bere alcolici la sera per facilitare il sonno, assumere un numero eccessivo di caffè per rimanere svegli durante il giorno. Recenti ricerche hanno anche evidenziato che guardare la tv o usare tablet e smartphone appena prima di andare a dormire possono contribuire a peggiorare la qualità del sonno.
Il consiglio è quello innanzitutto di chiedere un parere medico per escludere che il disturbo del sonno sia dovuto alla presenza di un’altra patologia organica. Nel caso in cui non dovesse esserci una patologia di questo tipo, potrebbe chiedere un consulto ad uno psicoterapeuta. In questi casi risulta particolarmente indicata la terapia cognitivo-comportamentale che ha evidenziato risultati migliori rispetto al trattamento farmacologico. Insieme al terapeuta potrà affrontare il problema da diversi punti di vista. Innanzitutto potrete valutare insieme le strategie migliori che possono essere messe in atto per favorire il sonno, quindi potrete indagare e modificare i comportamenti disfunzionali che mantengono lo stato di insonnia. Inoltre potrete lavorare insieme per correggere le aspettative e le credenze sbagliate relative al sonno e per alleggerire il peso dei pensieri che spesso emergono durante le lunghe notti insonni. Infine, un altro obiettivo potrebbe essere quello di ridurre lo stato di attivazione psicofisiologica attraverso tecniche di rilassamento.
L’importante è prendersi cura di questo disturbo, anche se lieve, perché un buon riposo è fondamentale per il benessere della persona. Infatti la qualità del sonno può avere una ricaduta anche sul tono dell’umore, facendoci sentire apatici e depressi, o su altre funzioni fisiologiche quali ad esempio l’appetito e le capacità attentive e di memoria.
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7 Settembre 2017 alle 5:11
Da anni dormo solo se prendo un sonnifero,la mattina mi sveglio prestissimo sono sempre stanca sopratutto la testa la sento molto pesante …anche gli occhi e mi sono venute le occhiaie …quanto vorrei farmi una bella dormita sana è svegliarmi riposata!!