Serena, 34 anni
Buongiorno, sono una neomamma di una bambina stupenda…la amo tantissimo… Dovrei essere felicissima, l’ho desiderata tanto, invece mi sento triste e stanca, piango spesso e la sera mi viene l’ansia all’idea di affrontare la nottata… Tutti mi parlano dell’istinto materno che dovrebbe farmi capire cosa vuole mia figlia e cosa è giusto per lei, ma … non so mai qual è la cosa giusta…non mi sento in grado di decidere, non riesco mai a capire cosa vuole e perché piange… e poi ci sono mille domande a cui non riesco a dare una risposta…tutti sembrano sapere cosa è meglio, tranne io… Mio marito mi aiuta molto, ma io mi sento ugualmente sola…Non so cosa fare…
Cara Serena,
non tutte le maternità sono caratterizzate solo dalla gioia: in alcuni casi la donna può vivere una condizione di malessere psichico generale, una sorta di indistinta malinconia. I giorni che seguono la nascita di un figlio rappresentano una fase delicata nella vita di una donna, del proprio compagno e del neonato. È questo un periodo felice che porta con sé momenti di criticità, coinvolge fattori emozionali, fisiologici, psicologici, attiva nuove relazioni e cambiamenti di ruolo, elementi che influenzano la salute della mamma e del neonato, con conseguenze sul benessere dell’intero nucleo familiare.
La maternità è caratterizzata da sentimenti intensi e ambigui, insieme all’amore enorme per il proprio bambino subentrano sentimenti di paura, insicurezza, inadeguatezza. Molte neomamme nei giorni immediatamente successivi al parto attraversano un momento di tristezza, si tratta di un leggero stato di depressione chiamato baby blues o maternity blues, che colpisce quasi l’80% delle mamme. È un disturbo transitorio e di lieve entità.
Si presenta nella prima settimana dopo il parto e tende a diminuire progressivamente fino a scomparire dopo due o tre settimane. Le cause sono da ricercare nel brusco calo ormonale, nello stress psicofisico causato dal travaglio e dal parto, e nella situazione completamente nuova in cui si trova la donna. Le neomamme si sentono di umore variabile, piangono e si irritano facilmente, a volte provano ansia e paura di non farcela, si sentono stanche, hanno difficoltà a concentrarsi, pur non perdendo la capacità di prendersi cura del bambino.
Può accadere, però, che tra la quarta e la dodicesima settimana dal parto, questi sintomi si intensifichino fino a trasformarsi in una vera e propria depressione post parto (condizione patologica che colpisce circa il 10% delle donne) che può durare da alcuni mesi fino a due anni nelle forme più gravi. Questa condizione si caratterizza per un’eccessiva preoccupazione, ansia, irritabilità, perdita di interesse, di autostima e di energia. La neomamma ha difficoltà a dormire e a concentrarsi, è inappetente e si sente incapace di far fronte alle sfide della maternità. Sente di non essere all’altezza del nuovo ruolo, incapace di relazionarsi con il figlio o di instaurare un rapporto di scambio emotivo con lui, ha difficoltà nel contatto fisico e nell’allattamento, e si sente colpevole per il fastidio o l’ostilità diretta al neonato.
Tale disturbo ha un impatto sulla donna, sul bambino, sulla coppia e soprattutto sulla relazione madre-bambino. Per questo risulta fondamentale poterne parlare liberamente e avere il coinvolgimento e il sostegno da parte dei familiari.
In questi casi è fondamentale chiedere aiuto ad uno specialista, senza pensare che sia una cosa vergognosa o eccessiva, ma anzi una scelta responsabile per il benessere di tutti. Intervenire tempestivamente vuol dire non far perdere alla mamma dei momenti molto importanti, vuol dire aiutare la relazione tra questa e il bambino ed evitare conseguenze negative nel suo sviluppo.
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Filomena Tancredi
Psicologa Psicoterapeuta