In occasione del World Aids Day si è sentito parlare anche in Italia della PreP HIV, la profilassi pre-esposizione dell’HIV. Che cos’è? È possibile reperirla anche da noi? Ma in Italia, l’infezione è ancora presente?
Sì, l’infezione è ancora presente. Se guardiamo i dati pubblicati nel dicembre 2017, vi sono ancora moltissime nuove diagnosi di HIV. Certo, l’introduzione dei farmaci antiretrovirali nel 1996 e le continue innovazioni di questi, che oramai possono essere somministrati appena viene scoperta l’infezione (e portati avanti tutta la vita) permettono di parlare nella maggior parte dei casi di infezione cronica e non mortale, ma il problema non è risolto.
Sebbene il preservativo sia lo “strumento barriera” d’elezione, viste le difficoltà di alcune persone nell’utilizzarlo (per caratteristiche psicologiche e di personalità), e visto che vi sono delle situazioni in cui a volte una precauzione in più non guasta, è stata introdotta la PreP HIV.
Si tratta dell’assunzione in via preventiva, “al bisogno” (secondo uno schema molto preciso) o “continuativa” (tutti i giorni), a seconda della frequenza dei rapporti sessuali che si hanno e a seconda di come ci si sente più sereni e comodi, del Tenofovir, generico del Truvada, uno dei farmaci che vengono utilizzati nella cura dell’HIV. E’ dimostrato che chi assume questo farmaco in maniera corretta non contrae il virus.
In diversi altri paesi (ad esempio nella vicinissima Francia) la PreP è uno strumento che viene passato dal SSN, da noi non è così.
Ufficialmente è disponibile dall’autunno in farmacia previa ricetta medica, anche se sono pochissime le farmacie che lo tengono. E’ possibile invece comprarlo on line, e, nel ginepraio di siti che lo offrono, alcuni sono affidabili.
Attenzione però: la Prep HIV è uno strumento utile ma, come è intuibile, va usato con estrema cautela. La Prep fai da te, o selvaggia come viene spesso chiamata, è rischiosissima: si può andare incontro all’infezione dell’HIV se non viene assunta in maniera adeguata. Inoltre, è da ricordare che non è la bacchetta magica per tutte le infezioni sessuali.
Per questo vi sono delle associazioni che promuovono un buon uso della PreP, per evitare, come spesso è successo negli Stati Uniti dove non è regolamentata in alcun modo, che uno strumento di prevenzione possa diventare un veicolo di infezioni.
ASA Onlus, associazione milanese che da sempre si occupa di HIV, ha istituito da luglio 2017 uno sportello in cui chi è interessato a iniziare la PreP viene accompagnato da un medico e da uno psicologo.
Nel primo incontro, ad esempio, il medico, oltre ad eseguire il test rapido dell’HIV (è necessario iniziare il trattamento essendo certi di non avere già il virus, per il quale, altrimenti, si creerebbero delle resistenze) spiega modi e tempi di somministrazione, indaga sulle altre infezioni a trasmissione sessuale, sottolineando, ove presenti, l’utilità di eseguire vaccini (es. epatite A, B…), e prescrive diversi esami del sangue, per assicurarsi che il percorso venga seguito in maniera corretta.
Lo psicologo investiga invece le motivazioni di questa scelta, le difficoltà che ci sono rispetto all’utilizzo del preservativo, le fantasie che ci sono rispetto ai tempi e modi di utilizzo della PreP (fino a quando non mi fidanzo… solo quando vado in vacanza…). Entrambe le figure inoltre sottolineano sempre l’insostituibilità del preservativo con la Prep. Nell’esperienza di questo sportello, è interessante condividere che chi chiede supporto per intraprendere questo percorso sono di solito persone che, sapendo di avere una vivace vita sessuale, e tenendoci alla propria salute, avendo la consapevolezza che a volte il preservativo viene dimenticato, preferiscono avere una sicurezza in più.
In questo senso, la Prep, all’interno di un percorso più complesso che và oltre alla mera assunzione del farmaco, può essere una (buona) occasione per lavorare sulla propria sessualità.