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Psicologia Clinica e Forense – Psicoterapia – Logopedia

L’ESPERTO RISPONDE: Aiuto… mio figlio scrive male!

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Buongiorno, sono la mamma di Antonio, un bambino di 7 anni che ha appena finito la II elementare e vi contatto perché sono sempre più preoccupata e confusa! Verso la fine dell’anno scolastico le maestre mi hanno consigliato di rivolgermi ad un professionista perché hanno notato che Antonio ha difficoltà a scrivere. Nello specifico riferiscono che il bambino rimane indietro durante i dettati, scrive male le lettere, colora senza rispettare i bordi, calca tanto e spesso lamenta male al polso…  Mio figlio, dall’altro lato, sembra non amare i momenti in cui gli viene richiesto di scrivere o disegnare o colorare, anzi se può li evita e, soprattutto, ultimamente sembra rendersi conto di essere più in difficoltà rispetto ai compagni. Eppure è un bambino sveglio, ha imparato in fretta a leggere, va a scuola volentieri e non ha altre difficoltà scolastiche! Non capisco se possa avere qualche problema e da cosa possa esser dovuto perché facendo qualche ricerca e parlando con altre mamme è saltato fuori il discorso DSA. È possibile che si tratti di questo? Come posso aiutarlo?

Buongiorno, innanzitutto colgo l’occasione per ringraziarla di averci scritto e di aver condiviso con noi questi dubbi. Sicuramente si tratta di un tema molto ampio per cui è bene fare subito chiarezza su alcuni punti.

Cosa vuol dire DSA? Il termine DSA indica i disturbi specifici di apprendimento che riguardano la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto; questi si manifestano con l’inizio della scolarizzazione e sono definiti disturbi del neurosviluppo in quanto dipendono dalle diverse modalità di funzionamento delle reti neurali coinvolte in questi processi e la loro causa, quindi, non è assolutamente da attribuirsi ad un deficit di intelligenza né a deficit sensoriali.

Difficoltà nella scrittura. Fatta questa necessaria premessa entriamo nel vivo della domanda. Da quello che leggo mi sembra che le difficoltà di suo figlio siano esclusivamente legate al processo di scrittura, ed in particolare, alla qualità della traccia grafica.
I campanelli d’allarme sono molteplici e alcuni li ha già descritti lei: scrittura scarsamente leggibile, lentezza nello scrivere, dolore al polso, traccia molto calcata, buchi nel foglio, ritocchi di segni già tracciati, discontinuità del tratto e numerose interruzioni, lettere di differente grandezza, non rispetto dei margini, lettere tremolanti, impugnatura della penna inusuale, evitamento e rifiuto nei confronti di attività grafomotorie etc…

difficoltà scrittura nemesis

Quali processi sono coinvolti? Adesso facciamo un piccolo passo indietro per comprendere quali siano le abilità legate alla grafomotricità. È importante conoscerle perché eventuali lacune, anche in una sola di queste aree, potrebbero interferire con l’abilità di scrivere!

  • Abilità generiche:
    • Equilibrio
    • Controllo posturale
    • lateralizzazione
  • Abilità specifiche:
    • Coordinazione dinamica dell’arto superiore, necessario per poter controllare i movimenti del braccio;
  • Coordinazione occhio-mano, ovvero l’abilità che permette un lavoro simultaneo e coordinato fra i movimenti degli occhi e quelli dell’arto superiore scrivente;
  • Motricità fine, quindi il prodotto di movimenti minuziosi e precisi a carico della mano e delle dita;
  • Abilità visuo-spaziali, ovvero la capacità dell’individuo di percepire, agire ed operare sulle rappresentazioni mentali in funzione di coordinate spaziali;
  • Percezione ed analisi visiva, ossia l’abilità di discriminare le forme, associarle, apprezzarne le caratteristiche e individuarne le differenze;
  • Orientamento ed organizzazione spazio-temporale, cioè la capacità di percepire la posizione del proprio corpo in relazione agli oggetti e alle persone nello spazio e nel tempo. Sono necessarie per consentirci di orientarci nello spazio grafico del foglio, capire dove iniziare a scrivere e dove interrompersi, seguire un andamento lineare, mantenere una grandezza regolare delle lettere, orientarle correttamente, sapere cosa viene prima e cosa dopo, mantenere un ritmo.
  • Memoria a breve e lungo termine
  • Attenzione sostenuta
  • Abilità fonologiche, metafonologiche e linguistiche.

Da dove iniziare? Quindi prima di tutto sarà fondamentale comprendere a quali di queste componenti sono dovute le difficoltà di suo figlio; per questo motivo risulta necessario, prima di tutto, effettuare una valutazione neuropsicomotoria in modo da identificare le problematiche specifiche e poter, eventualmente, iniziare un percorso riabilitativo per potenziare, recuperare o vicariare tali difficoltà.
Il mio consiglio è di rivolgervi al servizio di neuropsichiatria infantile del territorio oppure ad un centro specializzato privato e/o convenzionato per cominciare, il prima possibile, l’iter valutativo.

Spero di aver risposto esaustivamente ai suoi dubbi.

Dr.ssa Mereu Cristina
Neuropsicomotricista

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