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Psicologia Clinica e Forense – Psicoterapia – Logopedia

PSICOLOGIA E CINEMA “The Hateful Eight” e il concetto di giustizia per Tarantino

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DATA USCITA: 04 febbraio 2016
GENERE: Drammatico , Western , Thriller
ANNO: 2015
REGIA: Quentin Tarantino
ATTORI: Samuel L. Jackson, Kurt Russell, Walton Goggins, Jennifer Jason Leigh, Tim Roth, Michael Madsen, Bruce Dern, Demian Bichir, Zoe Bell, Dana Gourrier, James Parks, Channing Tatum, Gene Jones, Keith Jefferson, Craig Stark, Belinda Owino, Quentin Tarantino
SCENEGGIATURA: Quentin Tarantino
FOTOGRAFIA: Robert Richardson
MONTAGGIO: Fred Raskin
MUSICHE: Ennio Morricone
PRODUZIONE: The Weinstein Company, Columbia Pictures
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution
PAESE: USA
DURATA: 187 Min
FORMATO: 35mm e Ultra Panavision 70

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Wyoming
. Il cacciatore di taglie John “The Hangman” (Il Boia) viaggia sulla sua diligenza per portare la prigioniera Daisy Domergue a Red Rock dove verrà fatta giustizia e la donna sarà impiccata. Ma non è l’unico personaggio ad avere una sua personale idea di giustizia

John non ucciderebbe mai la sua prigioniera perché la sua convinzione è di doverla portare viva fino alla forca e così deve “proteggerla” dalle grinfie di altri cacciatori di taglie o aspiranti tali. Si ritrova, infatti, bloccato con lei in un emporio a causa di una bufera insieme criminali, ex generali o ufficiali… ma qualcuno di loro sta mentendo e non è chi dice di essere.
E’ a questo punto che Quentin lascia ad Oswaldo Mobray (Tim Roth) il compito di spiegare la differenza tra la giustizia e la giustizia di frontiera

hateful video

Tarantino che, quando non gira, manifesta contro la violenza, contro gli abusi delle forze dell’ordine americane e newyorchesi (vedi il video di Repubblica.it) ci porta a riflettere sul senso di giustizia e sull’uso della violenza… concetti che in America sembrano molto spesso andare a braccetto. Ecco allora che il passo verso la giustizia personale è breve… perché quando si viene colpiti direttamente, si subisce un torto, scatta il bisogno di vendetta!

“La passione della vendetta è talmente radicata in profondità,
da essere sicuramente presente in tutti gli uomini
Erich Fromm

Ma è davvero utile vendicarsi? 

Sembra proprio di no!
Intendiamoci, a ridosso di un evento traumatico, di un torto subito, di un’ingiustizia, il desiderio di vendicarsi equivale ad una esternazione del dolore. In base alla personalità di ognuno di noi può essere rivolto verso se stessi (sentimento di inadeguatezza, di perdita e talvolta anche senso di colpa) o verso l’esterno (gesti aggressivi, esternazione della rabbia). Se un iniziale desiderio di vendicarsi, e anche qualche fantasia in merito, sembra essere positivo, alimentare il sentimento di rivalsa può essere grandemente di ostacolo al superamento di un torto subito. I sentimenti negativi, in questi casi, non vengono attenuati ma anzi persistono e aumentano!

Il miglior modo per andare avanti diviene allora quello di perdonare perché è così che si possono prendere progressivamente le distanze dalla persona che ci ha feriti.

E se chi ci ha ferito mostra indifferenza per il male che ha provocato? 

Questi sono i casi più difficili in cui bisogna fare i conti con il caro vecchio senso di impotenza.
Il suggerimento a questo punto è quello di smetterla di inseguire l’obiettivo di far soffrire l’altra persona cercando invece di concentrarci su noi stessi e sul bisogno di risanare le ferite. Ecco allora dove concentrare le energie…

La miglior vendetta? La felicità!
Non c’è niente che faccia più impazzire la gente che vederti felice!”
Alda Merini

Vi lascio con una piccola selezione di 10 film che parlano di vendetta!
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