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Psicologia Clinica e Forense – Psicoterapia – Logopedia

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L’ESPERTO RISPONDE: Ansia, come posso fare?

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Cesare, 32 anni

Stress-e-ansiaBuongiorno,
vi scrivo perché da un po’ di tempo credo di soffrire d’ansia.
Mi ritrovo spesso a rimuginare per un sacco di tempo su questioni che mi preoccupano, principalmente scadenze lavorative, e questo peggiora la qualità del sonno, perché mi addormento sempre tardi, e anche delle mie relazioni, perché poi se dormo poco sono irritabile di giorno. Sono sempre distratto, perché sono teso a pensare a cose che devo fare  e a cosa potrebbe succedere, e questo evidentemente non giova a nessun ambito della vita. 

Mi rendo conto che da quando mi perdo in queste elucubrazioni mi sento proprio affaticato, avverto tensione fisica che difficilmente riesco a scaricare (il dottore ha detto che, a livello fisico,  è tutto a posto). A parte con il medico di base non ne ho parlato con nessuno: la mia ragazza è comprensiva, ma molto concreta, non so se capirebbe. Inoltre, secondo me non ha senso scaricarle addosso le mie paure. Con gli amici poi non ci penso nemmeno: in fondo per me l’ansia è una cosa da femminucce e sono molto in imbarazzo ora a rendermi conto che ci sono caduto dentro. Mi sento davvero solo, mi sembra di essere l’unico attorno a me ad avere di questi problemi, che al momento mi sembrano insormontabili. Non sono mai stato da uno psicologo, e pensare di doverci andare non mi fa sicuramente piacere. Così però non credo di potere andare avanti, vi chiedo quindi una mano per capire come muovermi tra le mille tipologie di trattamento!

Caro Cesare,
grazie per averci scritto. I sintomi che lei riporta, come ipotizza, sono dello spettro dei disturbi d’ansia, in particolare sembra che lei abbia un Disturbo d’Ansia generalizzato. E’ un buon osservatore: ha notato che ci sono aspetti sia di pensiero che corporei e ha immaginato un collegamento tra i due.
Forse non sa che l’ansia, in dosi minime, ha una funzione adattiva, ha cioè degli aspetti positivi: ci permette quell’attivazione tale da poter rispondere prontamente a stimoli esterni e a dare il meglio di sé in situazioni importanti come un esame, un impegno di lavoro, una discussione rilevante. Quando però questa attivazione è eccessiva, occupando più spazio del dovuto e del necessario, non è più utile, anzi interferisce sulla normali abitudini di vita.
Contrariamente alla solitudine che sente lei, l’ansia è un disturbo assai diffuso:  nel mondo occidentale, in particolare negli Stati Uniti, Europa e Australia, si parla di un incidenza del 10% dei disturbi dello spettro ansioso, che a livello globale colpiscono il 7% della popolazione. Sembra che lei abbia molti preconcetti negativi rispetto al poter attraversare un momento di difficoltà, che immagino possano appesantirla ulteriormente. Visto il problema che porta e come lo descrive (mettendo in risalto sia agli aspetti cognitivi che comportamentali) per lei potrebbe essere indicato un percorso che utilizzi le tecniche cognitive comportamentalimodello d’elezione per i disturbi dell’ansia. Potrebbe inoltre essere per lei utile usufruire di un setting di gruppo che utilizzi questa tecnica: sono molto diffusi gruppi a termine (con un numero ridotto e prestabilito di sedute) che utilizzano le tecniche cognitive comportamentali, pensati per fornire degli strumenti utili ai pazienti per gestire al meglio l’ansiaIl gruppo in queste situazioni svolge la funzione, come spesso accade in tale tipo di setting, di attivatore di cambiamenti poiché favorisce un confronto diretto tra pari, in un contesto protetto, carico di empatia, mediato dai terapeuti conduttori degli incontri.
Sperando di averle chiarito le idee, restiamo a disposizione.

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