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PSICOLOGIA E CINEMA “Irrational Man”: Woody non sbaglia

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irrational man

DATA DI USCITA: 25 dicembre 2015
GENERE: Commedia, Sentimentale, Giallo
ANNO: 2015
REGIA: Woody Allen
ATTORI: Jamie Blackley, Joaquin Phoenix, Parker Posey, Emma Stone, Meredith Hagner
SCENEGGIATURA: Woody Allen
FOTOGRAFIA: Darius Khondj
MONTAGGIO: Alisa Lepselter
PRODUZIONE: Gravier Production, Perdido Production
DISTRIBUZIONE: Warner Bros
PAESE: USA
DURATA: 96 Min

Un campus del Rhode Island, ai giorni nostri. Abe Lucas (Joacquin Phoenix), professore di filosofia contemporanea, si trasferisce  per i corsi stagionali nel college Brailyn, preceduto dalla sua fama di brillante pensatore e tenebroso seduttore, oramai però fortemente depresso e con forti simpatie per l’alcol. Le voci che circolano attorno alle cause della sua attuale mancanza di creatività e degrado fisico  sono le più fantasiose: la verità è che ha perso ogni fiducia nella vita dopo l’abbandono della moglie e la morte del migliore amico in Iraq. Le sue lezioni sono pervase dal disfattismo, nel quale arriva perfino a criticare la sua stessa disciplina, in quanto artificiosa rispetto alla vita reale. Nonostante questo, riesce comunque a stimolare l’interesse della classe, in particolare di Jill Pollard (Emma Stone), la migliore studentessa del suo corso. Con lei si instaura da subito una buona intesa intellettuale e Jill, a poco a poco, si innamora di lui.
Abe, pur non essendo indifferente, declina le avance della ragazza, riconoscendo quanto lei sia più invaghita dall’idea del Professore-Maestro che di lui stesso. Nel frattempo inizia una relazione sessuale con una collega, Rita Richards (Parker Posey), relazione che si rivela ulteriormente frustrante per il professore perché da diverso tempo è impotente.

Le prospettive di Lucas cambiano improvvisamente quando, seduto in una tavola calda con Jill, ascolta per caso il racconto di una madre distrutta per il torto subito da un giudice spietato che le ha tolto il figlio.

Da quel momento la sua vita riprende ad avere uno scopo: uccidere il giudice, fare una buona azione per il mondo, liberandolo da un personaggio malvagio. Data la mancanza di collegamenti tra lui e questa persona, immagina di poter tramare un delitto perfetto. Nel fervore della progettazione del suo crimine, ritrova la potenza sessuale con Rita e si abbandona anche a una relazione che sembra profonda con Jill.

Raggiunge il massimo della propria potenza al compimento del delitto, per il quale la polizia non sospetta nemmeno lontanamente di lui. Le sue donne invece, Rita prima e Jill poi, cominceranno ad immaginare che l’autore del delitto potrebbe essere il professore… Da lì in poi, gli equilibri amorosi cambiano, fino a regalarci un finale nella migliore tradizione delle Black Comedy di Woody.

Perché ci è piaciuto questo film?

Woody Allen riesce a descrivere in maniera magistrale, la dinamica impotenza – onnipotenza.

ImpotenzaAll’inizio del film il protagonista è annichilito dagli eventi recentemente capitati: l’abbandono della moglie, la morte dell’amico su una mina antiuomo in Iraq. Eventi che l’hanno messo di fronte all’impossibilità di cambiare quanto successo, mettendolo in uno stato di impotenza. Impotenza che si propaga in ogni ambito di vita: Abe vive un declino della sua creatività, sente di non potere più trasmettere niente di particolarmente importante nemmeno ai suoi studenti, non riesce più nemmeno a vivere un rapporto sessuale completo con una donna… Non può più niente, è completamente impotente, tutto gli sembra inutile, la vita è vista solo come un lento declino e l’unico modo di reagire è soccombere annientandosi con l’alcol.

OnnipotenzaL’occasione per “il clic”, il viraggio, gli si presenta con il casuale ascolto della conversazione e l’idea dell’omicidio del giudice. Nel progettare dettagliatamente questa uccisione, Lucas passa da una situazione di totale impotenza, di non potere nulla, nella quale si sentiva incastrato, a una di onnipotenza, del potere ogni cosa. Chi può tutto? Dio. Questo delitto, nella sua mente, ha la valenza di una punizione divina per le malefatte che il giudice sembra aver commesso. Il professore, autonomamente, si arroga il diritto di potersi comportare come se fosse Dio. Questo sentimento di enorme potere ha delle ricadute energizzanti in ogni ambito: da quello lavorativo, a quello sessuale e sentimentale. L’estasi dell’onnipotenza raggiunge l’apice al compimento del delitto, per il quale inizialmente nessuno, in effetti, sospetta di lui: può anche commettere un delitto perfetto.

Woody però è ben lontano dall’inneggiare all’onnipotenza. Grande frequentatore di lettini di analisti, dai quali ha appreso molto delle dinamiche psichiche, estremamente conflittuale rispetto a Dio (sempre citato, seppur per venire demolito, nei suoi film), non permette di certo al suo protagonista, narcisista onnipotente che proprio dell’attributo di Dio per eccellenza si fa portatore, di “passarla liscia”.

Il regista non crede nell’onnipotenza divina e tanto meno concede l’esistenza di una onnipotenza umana: su tutto, per lui, regna il Caso, la Fortuna. Senza scomodare la letteratura classica, noi potremmo dire che non è possibile un potere totale (l’onnipotenza, perlomeno quella umana) ma solo un potere relativo. Esisteranno sempre delle cose che sfuggono al nostro controllo, dobbiamo farcene una ragione: onnipotenza, perfezione, tutto ciò non è umano (e per Woody nemmeno divino).

Il Caso fa grande il finale del film, come era già successo in Match Point… in che modo, sta a voi scoprirlo…

Da vedere, assolutamente.

Autore_Bianchi

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