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Psicologia Clinica e Forense – Psicoterapia – Logopedia

Cadere nella “rete”. Il fenomeno del cyberbullismo

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CyberbullismoNel settembre 2014 si è svolta in molte scuole secondarie la campagna informativa sull’utilizzo sicuro di internet, organizzata dal Ministero della Pubblica Istruzione e dalla Polizia di Stato.

L’obiettivo del progetto, dal titolo “Una vita da social”, è stato quello di fornire ai più giovani gli strumenti utili a prevenire le implicazioni pericolose dell’utilizzo scorretto di internet, con una particolare attenzione al fenomeno del cyberbullismo. Con questo termine si descrive un comportamento aggressivo perpetrato ripetutamente da un singolo o un gruppo nei confronti di una vittima, attraverso l’utilizzo dei nuovi mezzi di comunicazione.

Recenti e ripetuti fatti di cronaca hanno puntato i riflettori su questa nuovissima forma di bullismo che sembra essere maggiormente insidiosa e pervasiva rispetto alle condotte antisociali tra giovanissimi comunemente conosciute.

A differenza del bullismo, fenomeno circoscrivibile a luoghi reali e dunque più facilmente identificabile, il cyberbullismo ha luogo attraverso i social, le chat, i forum, i giochi online e altri luoghi del “cyberspazio”, nei quali diventa quasi impossibile identificare i responsabili di comportamenti lesivi nei confronti delle vittime designate.

Gli adolescenti di oggi utilizzano i social come principale strumento per socializzare e comunicare, costruiscono in rete legami e relazioni e non è raro che facciano ricorso a identità virtuali ideali, sconosciute alle loro famiglie. La possibilità di ritrovarsi imbrigliati in relazioni e dinamiche pericolose, difficili da rivelare ai genitori, diventa molto alta e il rischio è di rimanere intrappolati nella “rete”.

Il cyberbullismo, infatti, può assumere forme diverse e pericolose: si passa dalla diffusione di pettegolezzi attraverso i mezzi sopra citati, alla divulgazione di immagini e video imbarazzanti, fino ad arrivare ad insulti, minacce e addirittura furti di identità al fine di danneggiare la reputazione della vittima. La mancanza di limiti spazio-temporali del web implica, inoltre, che questi comportamenti possano essere perpetrati, in qualsiasi momento e in tutti i luoghi virtuali, in una sorta di assedio che può condurre la vittima all’isolamento, minare la sua autostima e il suo equilibrio psichico, fino a condurla alla percezione di non avere più via d’uscita. Non è un caso che recenti suicidi tra adolescenti abbiano il social sullo sfondo.

cyberbullyIl ruolo della famiglia e della scuola è di primaria importanza nella prevenzione di questo fenomeno ed è per tanto necessario che entrambe cooperino allo scopo di favorire un utilizzo più responsabile del web da parte dei più giovani, svolgendo una duplice funzione:
1. Quella di aiutare i ragazzi che si trovano in difficoltà perché oggetto di prevaricazione online e di intervenire nei confronti di chi fa un uso inadeguato della rete
2. Quella di dare informazioni ai ragazzi su quelli che sono le trappole della rete, in relazione a comportamenti e atteggiamenti lesivi della privacy, della libertà e della dignità altrui, ai rischi che si corrono nel perpetrare azioni da “bullo” (per emulazione, spinta del gruppo o rappresentazioni di forza), che configurano veri e propri reati e che come tali sono soggetti all’applicazione del codice penale o delle leggi speciali.

E’ fondamentale che genitori e insegnanti entrino nella rete per conoscere le nuove forme di socialità utilizzate dagli adolescenti e per fornire loro gli strumenti per comprendere a fondo questo nuovo mondo, con tutte le sue potenzialità e i suoi rischi.

Al Centro NEMESIS ne parleremo con la Dr.ssa Silvia Griglio, Psicologa Clinica e Forense, nell’incontro GRATUITO organizzato a Torino per il 21 aprile 2015 (ore 21) dal titolo
“Cyberbullismo. Il bullismo online e i pericoli della rete”

Per info e prenotazioni: info@centronemesis.com

(Vai al calendario di tutti gli incontri) 

Vi aspettiamo numerosi!

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One thought on “Cadere nella “rete”. Il fenomeno del cyberbullismo

  1. L’ha ribloggato su Giuseppe Tumminia Psicoterapeutae ha commentato:
    Impara a nuotare nell’etere, non cadere nella rete

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