nemesis

Psicologia Clinica e Forense – Psicoterapia – Logopedia

Ipertimesia: quando i ricordi diventano un’ossessione

Lascia un commento

Ipertimesia o “sindrome dei super ricordi” che cos’è?

Quante volte ci lamentiamo perché non ricordiamo qualcosa? Ricorriamo ai più sofisticati strumenti tecnologici per segnare appuntamenti, commissioni, scadenze, film da vedere, eventi…
Per non parlare di quando dobbiamo sostenere un esame, partecipare ad una riunione, tenere una lezione.
Quanti di voi non hanno mai desiderato di avere una memoria infallibile? (un po’ come la protagonista della serie TV “Unforgettable”).
Esiste appunto l’ipertimesia, una sindrome capace di accontentare questa richiesta. È, infatti, associata ad una memoria autobiografica eccezionale, praticamente infallibile!

Ma se ricordare troppo diventasse una condanna?

La sindrome dell’ipertimesia porta dei vantaggi ma a lungo andare diventa invalidante per la persona.

Pensate a cosa vorrebbe dire ricordare tutti gli episodi del proprio passato, positivi ma anche negativi, e soprattutto nei dettagli. Questo significa rivivere ogni evento insieme alle sensazioni ed emozioni correlate e sentirli come attuali, come se fossero accaduti di recente e non ad anni di distanza.

Quanto si conosce dell’ipertimesia?

L’incidenza nella popolazione sembra molto bassa e per questo è ancora più difficile riconoscere il disturbo ed intervenire.

James L. McGaugh, neurobiologo americano, è stato il primo a descrivere l’ipertimesia e ha spiegato che in Italia, secondo le statistiche, potrebbero esserci una ventina di casi su tutta la popolazione. La sua prima paziente affetta,  Jill Price, spiega nel libro La donna che non può dimenticare come si sentisse “prigioniera” del suo passato.
Il primo caso diagnosticato ufficialmente risale però al 2006 (una signora conosciuta come AJ) mentre è Brandon Ally ad aver descritto il caso di HK, che è in grado di raccontare nei dettagli ogni sua giornata da quando aveva 11 anni. Il suo primo ricordo risale ai tre anni e mezzo e andando avanti nel tempo le narrazioni diventano sempre più precise. In questo caso i ricercatori ipotizzano che possano essere lo sviluppo dell’amigdala, più grande del 20% rispetto ai soggetti di controllo, e le maggiori connessioni della stessa con il sistema limbico a rendere indimenticabili le esperienze e le emozioni provate.

Un altro caso conosciuto è quello della è quello dell’attrice Marilu Henner che ha lavorato come consulente proprio per la serie TV “Unforgettable” e già nei primi episodi si intravedono i risvolti negativi di tale sindrome.

L’Huffington Post, infine, ha riportato proprio qualche giorno fa il racconto della venticinquenne australiana Rebecca Sharrock che riferisce come sia stato difficile per lei vivere con questa sindrome sino alla diagnosi. I miglioramenti sono arrivati grazie alla pratica della meditazione e all’uso delle strategie che l’aiutano a concentrarsi sui ricordi positivi. Nel suo caso il primo ricordo risale a quando aveva solo 12 giorni.

Al mondo attualmente sono circa 80 le persone con diagnosi di ipertimesia.

Solitamente siamo portati a pensare che puntare alla perfezione non sia un bene perché irraggiungibile.. questi casi ci mostrano come anche nella “perfezione” vi siano comunque degli aspetti negativi!

Rispondi