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Psicologia Clinica e Forense – Psicoterapia – Logopedia

Resilienza psicologica e fisica utile a superare uno stress

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31621961_13b4fb1053Viene definita resilienza psicologica e fisica la capacità di raggiungere un esito favorevole dello sviluppo nonostante circostanze avverse e traumatiche. Questo concetto modifica la visione che dà per scontato che a partire da certe caratteristiche biologiche, psicologiche o sociali avverse, l’esito non può essere che negativo. È innegabile che alcune condizioni di partenza influiscano sullo sviluppo successivo della persona, ma è altrettanto vero che esistono alcuni elementi che possono aiutare a ridurre l’impatto degli eventi negativi.

Per chiarire meglio il concetto è utile rifarci al suo originario utilizzo: in biologia e in ecologia la resilienza è la capacità di auto-ripararsi dopo un danno, mentre nella scienza dei materiali indica la proprietà che alcuni materiali hanno di conservare la propria struttura o di riacquistare la forma originaria dopo essere stati sottoposti a schiacciamento o deformazione.

In generale, quindi, la resilienza psicologica e fisica è quella capacità di tornare ad uno stato simile a quello iniziale dopo aver subito uno stress. La prima riguarda l’essere umano, la seconda quando si tratta dei materiali e degli organismi.

È importante sottolineare che non si tratta solo della statica capacità di resistere rimanendo fermi, ma sopratutto della capacità di modificarsi, di assorbire l’energia e adattarsi al cambiamento, della capacità di rivolgere in positivo le esperienze stressanti, sia che siano improvvise sia che siano subite in modo lento e progressivo.

La capacità di adattarsi avviene grazie alla mobilizzazione di risorse interne alla persona e di supporti esterni. I fattori che influiscono positivamente si raggruppano in quattro categorie: tratti individuali, fattori relazionali, contesti comunitari, influenze culturali.

Nelle immagini seguenti possiamo vederne i principali.

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Non dobbiamo però pensare che la resilienza sia data una volta per tutte, sia presente o assente. La resilienza, infatti, può anche essere appresa o potenziata: certamente non possiamo cambiare il fatto che eventi altamente stressanti succedano, ma possiamo cambiare il modo di interpretare e  rispondere agli stessi agendo proprio sui fattori positivi di cui abbiamo appena parlato. È come avere la possibilità di modificare le lenti attraverso cui si guardano gli eventi della vita.

Il punto di partenza per ottenere questo cambiamento di prospettiva è focalizzare l’attenzione sulle esperienze del passato cercando i propri punti di forza.

“I nostri punti di forza […] risiedono nelle esperienze in cui abbiamo inaspettatamente ottenuto il massimo da noi stessi. Utilizzando queste esperienze possiamo acquisire una nuova consapevolezza dei processi cognitivi che sono stati vincenti ad affrontare i problemi, raggiungere uno stato di eccellenza e utilizzarlo nel compiere i cambiamenti necessari o desiderati”
(D’Ambrosio & Calzeroni, 2006)

“I processi cognitivi, emotivi e comportamentali che hanno aiutato […] a fronteggiare le situazioni di difficoltà di un nuovo adattamento di vita nel passato probabilmente possono essere efficaci ancora nell’oggi. Costruire un circolo virtuoso ‘immunizzante’ capace di antagonizzare il circolo vizioso ‘patologico’ che mantiene il problema”                                                           (Padesky, 2005; Seligman, 2000)

È importante, inoltre, essere consapevoli che avere un alto livello di resilienza non vuol dire essere infallibili, non incontrare mai difficoltà o stress, ma significa avere gli strumenti per affrontarli, per vincerli o per superare un eventuale fallimento e sconfitta.

“Essere resilienti non significa essere invulnerabili o invincibili; non si è intoccabili, inaccessibili alle emozioni, ai sentimenti, alla sofferenza. Se si dovesse confrontare una persona resiliente con un super-eroe, si tratterebbe di Batman piuttosto che di Superman. Batman possiede molte qualità, ma nessun superpotere”
(Anaut, 2003)

Su questo importante tema vi invito a leggere l’articolo “Una bambina”…una storia vera che ci parla della resilienza in cui viene presentata la storia vera di un’insegnante, Torey, alle prese con una bambina di 6 anni, Sheila, ormai destinata, a causa dei suoi comportamenti aggressivi e violenti, all’ospedale di stato, da dove non sarebbe mai più uscita. Torey, invece, riesce a far sbocciare in pochi mesi le sue potenzialità permettendole di compiere dei cambiamenti che mai nessuno si sarebbe aspettato.

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Autore_Benaglio

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